Micromobilità: spazi urbani e nuovi mezzi di mobilità

Li vediamo sfrecciare ogni giorno nelle nostre città, sulle piste ciclabili, sulle strade e a volte anche sui marciapiedi. E-bike e monopattini sono sempre più diffusi e ormai la micromobilità rappresenta una soluzione economica e green che contribuisce a decongestionare il traffico e a ridurre le emissioni inquinanti. I tragitti inferiori agli 8 chilometri rappresentano il 60% di quelli compiuti ogni giorno nei contesti urbani e sono effettuati con mezzi alternativi all’auto. Il fenomeno si è diffuso moltissimo negli ultimi due anni, ma la crescita è stata spesso disordinata e ora sono in arrivo nuove regole. Qual è la situazione nelle principali città italiane? E quale cultura si sta sviluppando?

Cos’è la micromobilità

La micromobilità è un fenomeno nuovo e ancora soggetto a mutamenti, ma se dobbiamo dare una definizione, possiamo affermare che ad oggi parliamo di un insieme di veicoli e di modalità di spostamento utilizzati per brevi tragitti e per il trasporto di una o due persone al massimo. È la soluzione ideale per i brevi spostamenti in città ed è utilizzato anche per gli spostamenti multimodali. In abbinamento con il treno o l’automobile elettrica, permette di viaggiare a zero emissioni in modo sostenibile.

Micromobilità elettrica: cosa prevede la legge

Le biciclette elettriche a pedalata assistita devono avere un motore che a regime di rotazione non superi i 0,25KW, l’assistenza del motore elettrico deve funzionare solo fino al raggiungimento dei 25 km/h e quando il ciclista smette di pedalare il motore si deve fermare. Per tutto il resto la legge prevede le stesse norme dei possessori di bici tradizionale, contenute nell’art. 50, 68, 12 del Codice della Strada.

Diverso discorso si è applicato a tutte le altre soluzioni di micromobilità elettrica che abbiamo esaminato, per le quali la circolazione su strada è stata introdotta tre anni fa e solo a livello sperimentale. Nella fattispecie, il 4 giugno 2019 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha pubblicato il Decreto micro-mobilità 2, con cui è iniziata la sperimentazione dei dispositivi di micro-mobilità elettrica. Da quel momento, monopattini elettrici, segway, hoverboard e monowheel possono iniziare a circolare, ma solo nei comuni che aderiscono alla sperimentazione. Il decreto indicava anche le caratteristiche dei dispositivi e le prescrizioni sul loro utilizzo: 500w di potenza nominale massima, segnalatore acustico, velocità pari o inferiore a 20 km/h (6 km/h per le aree pedonali), accesso solo su piste ciclabili, aree pedonali e zone 30, e obbligo del casco e della patente AM per i minorenni. I comuni di Cattolica, Pesaro, Rimini, Verona, Milano e Torino si sono subito organizzati per rendere operativa e in totale sicurezza la sperimentazione, mettendo fine a controversie e multe derivanti dall’utilizzo improprio dei dispositivi.

L’anno di svolta per la micromobilità in Italia è stato il 2020, che si è aperto con la Legge di Bilancio che ha equiparato i monopattini alle biciclette, dando loro la libertà di circolare sulle strade. A maggio di quell’anno, poi, il governo ha erogato un bonus sulla mobilità alternativa, che copriva fino al 60% della spesa (per un massimo di 500€) per l’acquisto di biciclette e mezzi di micromobilità elettrica o abbonamenti di servizi di sharing. La misura ha portato all’acquisto di 663.710 biciclette e monopattini in Italia, contribuendo a una enorme diffusione di questi mezzi. Una crescita sostenuta anche dalla pandemia da coronavirus, che aveva contratto drasticamente l’utilizzo dei mezzi pubblici.

Ancora nel 2020, il decreto Rilancio (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34) ha previsto nuove misure a vantaggio della micromobilità: viene introdotta la “casa avanzata”, una linea di arresto ai semafori avanzata di almeno tre metri rispetto a quella tracciata per tutti gli altri veicoli e dedicata a bici e mezzi di micro-mobilità elettrica, e la “bike lane”, una corsia ciclabile ricavata nella parte destra della normale corsia di marcia per far circolare in sicurezza i mezzi di micromobilità nello stesso senso di marcia.
La circolazione su strada dei monopattini elettrici nel 2021 è stata ulteriormente regolamentata (decreto infrastrutture DL 121/2021, convertito nella Legge 9 novembre 2021, n. 156) con norme ad hoc che ne hanno limitato la velocità a 20km/h su strada, vietato la sosta sui marciapiedi, introdotto l’obbligo di frecce e stop dal 1 luglio 2022, con adeguamento dei monopattini già in circolazione entro il 1 gennaio 2024. È stata introdotta anche la possibilità di confiscare i monopattini truccati e senza frecce e stop.

Micromobilità in Italia: a che punto siamo

Secondo il 18° Rapporto Audimob, la pandemia ha portato una vera e propria rivoluzione nelle modalità di spostamento degli italiani: più micromobilità, mobilità dolce (a piedi, in bicicletta, a cavallo) e, più in generale, le varie forme di mobilità sostenibile, compresa la mobilità elettrica. Si è consolidato l’utilizzo della bicicletta e della micromobilità, che passa dal 3,3% al 3,8%, e il tasso di mobilità sostenibile dal 35% del 2019 è salito al 38,2% nel 2020.

Nel 2021, l’andamento registrato in 6 delle maggiori città dello sharing (Milano, Torino, Bologna, Roma, Cagliari e Palermo) evidenzia nell’insieme una fortissima ripresa dei noleggi di monopattini elettrici e la micro-mobilità oggi costituisce il 91% dei veicoli in condivisione. Cerchiamo dunque di capire cosa sta succedendo in alcune di queste città.

Città a confronto sulla micromobilità

Milano

È la prima in Italia per la sharing mobility in tutti gli indicatori (percorrenza, numero veicoli, noleggi) legati alle varie tipologie di mobilità. Eppure l’amministrazione evidenzia qualche resistenza, per esempio rimuovendo i monopattini non in regola all’indomani del varo delle nuove regole introdotte a novembre 2021, senza alcuna concertazione con gli operatori del settore. Inoltre, a febbraio 2022, la Regione Lombardia ha presentato una proposta di legge nazionale per cambiare le regole per i monopattini elettrici, chiedendo l’obbligo del casco, la frequentazione di un minicorso e l’assicurazione obbligatoria. Il motivo sarebbero i troppi incidenti rilevati, nella sola città di Milano l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza è intervenuta 957 volte in un anno e mezzo (da giugno 2020 a febbraio 2022) per incidenti relativi ai monopattini elettrici.

Torino

Negli ultimi due anni Legambiente ha nominato Torino come città più inquinata d’Italia, e per migliorare la qualità dell’aria sono state messe in campo anche soluzioni di mobilità green, come bike sharing, car sharing di auto elettriche e motorini elettrici. Oggi il noleggio di monopattini è una realtà consolidata, grazie alla presenza di ben nove società di servizi di noleggio: Bird, Bit Mobility, Dott, Helbiz – che sta anche pensando di aprire a Torino una fabbrica per produrre i suoi mezzi – Circ, Lime, Wind, Link, Voi. Anche qui il tema della sicurezza è molto sentito, in città ci sono già 207 chilometri di piste ciclabili e prossimamente si aggiungeranno altri 20 chilometri, grazie a un investimento di 11 milioni di euro. Per quanto riguarda i monopattini, oltre alle norme nazionali che entreranno in vigore dal 1 luglio, l’Assessora alla mobilità Chiara Foglietta sta discutendo con le società di noleggio per mettere a disposizione dei clienti il giubbotto retroriflettente e il caschetto, oltre a sistemi di rallentamento se il conducente percorre strade pedonali o se il mezzo trasporta più di una persona.

Roma

Anche qui il dato sull’utilizzo di monopattini e bici elettriche in città è in crescita. Lo scorso anno l’ex sindaca Virginia Raggi aveva stimato che da giugno a dicembre 2020 le corse effettuate erano state 2,2 milioni, giudicandolo come un grande risultato per Roma, che in questo modo poteva competere con le altre capitali europee in termini di sostenibilità. Nello stesso periodo, oltre 176mila persone hanno usato i monopattini per spostarsi a Roma, e cittadini e turisti hanno a disposizione più di 17mila di questi mezzi (monopattini e biciclette). Roma si doterà presto di un regolamento cittadino sui monopattini elettrici, la maggioranza di Roberto Gualtieri pensa non solo a rendere obbligatorio il casco, ma anche a stalli e aree di sosta dedicate, e al divieto di transito sulle strade ad alto scorrimento.

Palermo

Ad agosto 2021 a Palermo si è tenuta una raccolta firme a sostegno di un corretto uso di monopattini elettrici e bici nelle aree pedonali della città, con l’obiettivo finale di ottenere una segnaletica adeguata che consenta ai conducenti di spingere i mezzi in queste aree e garantire, quindi, una maggiore sicurezza ai pedoni. Sono molte le testimonianze di chi firmava e raccontava di essere stato urtato, investito, o di aver avuto una lite con un conducente di questi mezzi per mancanza di buon senso. Le firme sono state trasmesse al sindaco e all’assessore alla mobilità e traffico e per conoscenza al ministro dei trasporti, nella speranza di un regolamento che obblighi a scendere dal mezzo nelle strade pedonali e spingerlo a mano.

Quale sostegno alla cultura della micromobilità?

Le biciclette o i monopattini elettrici hanno emissioni di gas serra fino a 12 volte in meno di un motorino elettrico. Se in Europa aumentasse il numero di persone che adottano la micromobilità, si avrebbero vantaggi indiscutibili come decongestione del traffico e diminuzione dell’inquinamento. Eppure attualmente solo lo 0,1% dei tragitti in aree urbane sono compiuti con questo tipo di mezzi. Un segnale del fatto che una vera e propria cultura della micromobilità è ancora lontana, e che la crescita di questo settore andrebbe sostenuta e guidata maggiormente. Potrebbe essere inserita nel più ampio ecosistema del trasporto pubblico, e potrebbero esserci meccanismi di incentivazione, anche economica, come per esempio la compartecipazione pubblica nella stipula di assicurazioni contro gli incidenti.
Purtroppo negli investimenti per la mobilità del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) la micro-mobilità è quasi assente. In totale per la mobilità sostenibile sono stati stanziati 25,4 miliardi di euro, di cui 8,5 riguarderanno il trasporto locale: sviluppo del trasporto pubblico (3,5 miliardi) e rinnovo del parco dei mezzi pubblici (3,7 miliardi). Si sosterrà con 750 milioni l’ampliamento delle infrastrutture per la ricarica elettrica, mentre alle piste ciclabili andranno 600 milioni per il rafforzamento della cosiddetta “mobilità soft”. Due miliardi andranno anche allo sviluppo di tecnologie come quelle legate alla produzione delle batterie, dell’idrogeno, dei bus elettrici, ma anche qui si punta su infrastrutture e lunghe percorrenze. Insomma, sulla nuova mobilità urbana non si investirà in modo prioritario e sembra mancare del tutto una visione d’insieme che tanto servirebbe per far decollare questo settore.

Fonte foto di copertina e della gallery: canva.com

Estroverso, entusiasta, promotore di felicità. Marito di una forza della natura, padre di due terremoti. Coltivo il desiderio di migliorare sempre e alleno un atteggiamento positivo per creare valore a partire da qualunque situazione. Nella prossima vita allenerò anche il fisico.

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