Immaginare la città del futuro

Tornando al mio paese nel sud Italia, spesso mi sono soffermata a riflettere sui cambiamenti che ne hanno disegnato la trasformazione nel corso degli anni. Piccoli e grandi segni mi fanno assaporare un paese diverso dal mio immaginario di adolescente. Da un po’ di tempo a questa parte, ho però modificato il mio esercizio mentale provando a visualizzare il mio paese non nel passato, ma nel futuro. Cosa e come cambia? Ma soprattutto, quali sono le reazioni degli abitanti? Veramente le città che stiamo immaginando per il nostro futuro si adattano alle esigenze dei loro abitanti o ci sta sfuggendo qualcosa? 

Scorro l’articolo che Ida Auken nel 2016 presentò al World Economic Forum (WEF) per illustrare la sua idea di città del futuro (L’articolo è ripreso integralmente da Forbes).

“Benvenuti nell’anno 2030. Benvenuti nella mia città – o dovrei dire “la nostra città”. Non possiedo niente. Non possiedo una macchina. Non possiedo una casa. Non possiedo elettrodomestici o vestiti … ”

Il nucleo su cui la Auken immagina di costruire la città del 2030, ruota attorno al concetto di non possesso. Tutto diventa un servizio on demand “Tutto ciò che consideravi un prodotto, ora [nella città del futuro] è diventato un servizio.” 

Un approccio diverso alla progettazione delle città del futuro, viene dal Global Agenda Council on the Future of Cities che ha definito 10 delle più importanti innovazioni urbane che avranno un impatto determinante nel dare forma al futuro delle nostre città. 

In questo caso il nucleo da cui si parte per immaginare la città del futuro, sono quelle tecnologie e innovazioni che rendono le città flessibili e adattabili ai potenti mega trend che caratterizzeranno il futuro (abbiamo parlato dei mega trend in questo articolo).

Il punto è che la nostra città del futuro può essere disegnata e progettata partendo da punti di vista e esigenze completamente differenti: così, mentre il politico proporrà soluzioni in linea con i grandi trend, il singolo cittadino probabilmente si soffermerà di più sul concetto del vivere felici e in salute e attingerà, in base alla sua esperienza, alle sue esigenze e al suo essere professionista di qualcosa, a una serie di espedienti interessanti per dare forma alla sua città del futuro

Cosa succede quindi se a guidare la progettazione delle città sono le esigenze dei cittadini e non i megatrend economici e politici?

Noi di Dsinnova ci siamo lanciati in questa sperimentazione e abbiamo chiesto a 6 personaggi (ciascuno con il proprio background ed esperienza) di partecipare a un laboratorio creativo impegnandosi a immaginare e descrivere “Futura, la città del 2050”

L’esperimento, alquanto bizzarro ma per molti versi illuminante, ha sottolineato l’importanza dei cittadini, e delle varie sfere professionali e di ruolo che rappresentano, nella progettazione delle città. L’artista metterà al primo posto l’arte e la cultura, il Manager automotive sfrutterà le sue conoscenze per rendere le strade libere e scorrevoli, l’agricoltore porrà in primo piano la tutela della terra e l’autosufficienza, il sindaco punterà al welfare, etc. Sono tutti punti di vista validi e importanti, da ascoltare e valutare attentamente. Abilitare i cittadini alla progettazione del proprio futuro, vuol dire creare nuovi e duraturi presupposti di identità, evitando scollamento e disaffezione. 

Qui di seguito proponiamo un estratto dei punti salienti emersi durante il laboratorio creativo. Un ringraziamento particolare va ai nostri 6 personaggi che si sono prestati nell’immaginare e raccontare “Futura, la città del 2050”: Andrea Marcante (Renault Italia Sales Director); Gloria Colognesi (Studentessa); Vincenzo Trusiani (Esperto in efficientamento energetico); Filippo Drago (Mugnaio e contadino); Francesco Grillo (Pittore); Damiano Fusaro (Sindaco).

FUTURA: la città del 2050

Arte e cultura al centro

Futura ha una forma circolare ed è circondata dall’acqua: il nucleo centrale è collegato con l’esterno attraverso un sistema di canali e ponti che disegnano 9 cerchi concentrici. Nel cuore della città, una luce permanente illumina il luogo sacro che custodisce tutte le conoscenze e le arti create dall’uomo nel corso dei secoli. L’arte ha un ruolo privilegiato in Futura: è la forma più sublime del prodotto dell’umanità. Questo luogo sacro è strutturalmente organizzato in un nucleo centrale da cui partono dei pali enormi che sostengono degli ascensori a forma di chiocciole (la chiocciola esprime un po’ il pensiero del “continuare instancabilmente a salire”). Le chiocciole, oltre a essere degli ascensori, sono anche ambienti di cultura: in una c’è la biblioteca, in un’altra un museo, ecc. Così, mentre ci si muove lungo gli assi della cultura, si partecipa a differenti “ambienti di cultura”. 

In ogni angolo della città ci sono spazi pronti all’uso per gli artisti. Gli artisti hanno a disposizione alloggi gratuiti ispiratori e si impegnano ad aprirsi a collaborazioni fra di loro. Leggermente in periferia rispetto al centro, è presente la “città degli artisti”, un parco ampio immerso nella natura dove poter lavorare a un progetto di sviluppo culturale per la città e in cui ogni giovane imprenditore può collaborare con gli artisti. Gli studenti di ogni scuola e grado hanno libero accesso alla città degli artisti e spesso sono invitati a partecipare alla presentazione di opere e creazioni.

Edifici intelligenti e circolari

Gli edifici sono tutti progettati per avere un “orientamento ecologico e circolare”: il consumo energetico ed idrico rispetta i canoni dell’economia circolare; il sistema di sole/ombra che ne caratterizza le architetture consente di mantenere costante la temperatura; l’illuminazione si autoregola in base al livello di luce naturale e, durante la sera, si attiva la “modalità tramonto” che accompagna le attività degli abitanti fino allo spegnimento intorno a mezzanotte. 

Ci sono ampi spazi aperti comuni a tutti, ma anche palestre naturali, laboratori musicali nel bosco e spazi dedicati al benessere psico-fisico. Ogni abitazione ha un luogo per fare attività fisica, un giardino esterno dove rilassarsi, fare una buona lettura o ascoltare della musica. 

Gli edifici sono tutti circolarmente collegati attraverso i tetti su cui sono sorti quartieri residenziali, spazi collettivi per l’agricoltura domestica il tempo libero e lo sport, stazioni droni per la consegna delle merci. Ogni zona ha servizi pubblici propri: ospedali, uffici, negozi, scuole, etc. tutto è a portata di ogni cittadino ed è raggiungibile in massimo 15 minuti. I quartieri sono organizzati come delle piccole città nella city. 

Infrastrutture invisibili

Le infrastrutture per la viabilità che servono la città non sono visibili, sono integrate nella città. Le strade di percorrenza passano sotto i parchi, sotto le piazze, … In Futura ci si muove con mezzi 100% elettrici e condivisi tra più persone: dal tradizionale car sharing a forme più innovative di condivisione nell’uso e acquisto in multiproprietà. La guida autonoma è realtà e il mezzo che più viene utilizzato per spostarsi in città è qualcosa a metà tra una macchina e un pulmino, senza guidatore. Una sorta di Uber evoluto prenotabile tramite app, autonomo e condiviso che per muoversi seguirà dei percorsi precisi.

Nel nucleo centrale della città, i mezzi si muovono su rulli la cui velocità decelera man mano che ci avvicina al centro. Anche le merci vengono trasportate sui rulli o attraverso i canali. In superficie ci si sposta invece con motociclette elettriche. Le strade sono pulite, l’aria è salubre, il silenzio avvolge la città.

Zero sprechi

Negli appartamenti, sia l’acqua grigia che quella nera sono recuperate, ritrattate e utilizzate per l’irrigazione dei campi. Anche le acque in eccesso, prima di essere versate in mare sono comunque trattate con depuratori collocati a valle, non a monte. L’edilizia è totalmente riciclabile “tutto quello che viene impiegato può potenzialmente essere riciclato”. 

Futura è una Città senza plastica: i supermercati hanno dei silos dove si va con la sacca di cotone per acquistare. Anche in questo ambito, le politiche della città impongono che tutto ciò che viene usato debba poter essere riciclato.

Politiche economiche antispreco adottate a livello comunale garantiscono cibo sano alla popolazione: il cibo è prodotto a breve distanza ed è incentivato il consumo di cibo locale.

Autosufficienza

Ci vogliono pochi minuti per raggiungere la periferia e accedere al serbatoio alimentare della città: vigneti, frutteti, orti, tutto in questa zona è al servizio della comunità e non esistono campi incolti. Ogni famiglia è associata a un campo agricolo così che il contadino ha la certezza di produrre per qualcuno senza che si generino sprechi.  

E’ veramente difficile capire dove finisce la città e comincia la campagna: non esiste una distinzione netta, le due aree risultano urbanisticamente integrate e contaminate. Gli agricoltori ricoprono un ruolo fondamentale, sono considerati i difensori dell’autosufficienza e della bellezza della città

Il riscaldamento, così come la produzione di energia, è gestito in autosufficienza attraverso pannelli fotovoltaici con accumulo per la sera. Per garantire una temperatura costante durante il passaggio tra stagioni, sono state riprese antiche pratiche, come quella del pozzo per il fresco d’estate, un sistema usato dai greci per attingere aria fresca dai pozzi che venivano scavati nelle case per creare il condizionamento estivo. Le abitazioni, perfettamente coibentate, sono caratterizzate da ampie vetrate, dalle forme molto semplici e armoniose, per catturare il calore. Gli edifici hanno degli impianti intelligenti adattabili alle esigenze e alle stagioni.

Apprendimento accessibile

Le Università e le scuole sono sia presenti in edifici dedicati che distribuite sul tessuto territoriale: aule, laboratori e sale meeting sono sparsi per la città e collegate da percorsi studiati per stimolare l’innovazione e la contaminazione tra saperi. Tutte le strutture dedicate all’apprendimento sono raggiungibili in poco tempo e facilmente accessibili. Nelle Università così come nelle scuole, si utilizza un approccio dinamico al processo di apprendimento: lezioni in presenza e a distanza si alternano alla formazione esperienziale sul campo e alle attività realizzate presso i centri di ricerca innovativi. Tutte le Università sono connesse ed aperte ad altre realtà universitarie internazionali e collaborano attivamente con le aziende per lo sviluppo e l’assunzione di talenti. 

Le scuole sono in zone verdi e sono vissute e modellate dai ragazzi tramite graffiti, murales, sculture, etc. E’ una scuola viva che cambia in funzione degli studenti che in quel momento la frequentano.

Progettazione continua

Parte fondamentale della città è il “polo di giovani studenti” che lavora costantemente per progettare la città nelle sue evoluzioni future: valuta le problematiche, propone soluzioni, sperimenta. Questo polo ha l’obiettivo di mantenere alti gli standard e la qualità della vita. E’ un privilegio farne parte.

Welfare di Comunità

I bilanci sono riorganizzati sul “Welfare di comunità” e le persone compartecipano alla creazione ed erogazione dei servizi per la città. Così, per esempio, i nonni sono attivamente impiegati nel fornire assistenza alle giovani generazioni occupandosi dell’accoglienza e degli insegnamenti di antichi saperi.

L’Amministrazione è diventata una cabina di regia dei processi di welfare connettendo persone, co-creando servizi e risolvendo i problemi.

Il Welfare di Comunità è parte integrante del piano di studi di tutti i ragazzi: sono previsti corsi mirati di educazione ambientale, permacultura, servizi alla persona. La scuola allena le generazioni a sviluppare, oltre alla conoscenza, la dimensione pratica del Welfare. 

Foto di Wesley Carvalho da Pexels

Allenatrice di obiettivi. E' convinta che la vita sia una questione di scelte e che la creatività ci salverà.

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