Unconference: alla scoperta di un evento innovativo, non convenzionale

In cosa consiste un evento unconference? Scopriamolo insieme in questo articolo!

A chi non è capitato, almeno una volta nella vita, di partecipare ad una conferenza?  Discorsi organizzati, relatori superpreparati, tempi e modalità impostati. Una interazione uno a molti che in genere prevede poco coinvolgimento del pubblico, salvo qualche domanda finale. Se va bene, al termine di queste conferenze tradizionali, si lascia la sala con in tasca delle nozioni e, magari, qualche punto interrogativo. Se va male, si lascia la sala con la netta impressione di aver perso solo del tempo.

E se ci fosse un modo migliore per raccontare la propria idea e avere al contempo uno scambio di opinioni e feedback immediati? Bene, esattamente questo è il principio cardine che anima una non conferenza.

Per unconference, difatti, si intende un tipo di evento dove il contenuto delle sessioni è influenzato e creato dai partecipanti, generalmente durante il corso dell’evento stesso. Al contrario, dunque, di una conferenza tradizionale dove pochi organizzatori stabiliscono il tutto prima che l’evento cominci.

Innanzitutto l’agenda del programma viene stabilita al momento; questa prima fase è definita marketplace, e vede tutti i partecipanti proporre la propria idea, affinché si raccolgano tutti gli argomenti di interesse comune. Su una lavagna, fisica o virtuale, ogni partecipante può proporre un argomento di proprio interesse, e nel caso in cui si sceglie di trattare argomenti simili, questi vengono accorpati in un unico tema.

Viene così stabilita la tabella di marcia, dove ogni argomento si inserisce in una sessione della durata di 50 minuti ciascuno. Inizia così la parte di confronto, un momento informale, dove ogni partecipante è invitato a dare la propria opinione sui vari temi, con lo scopo di mantenere alta la condivisione e l’apprendimento.

Ogni sessione, dunque, diventa un incubatore di idee spontanee, cha ha come scopo quello di diffondere quanta più conoscenza possibile e di raccogliere stimoli e idee innovative. Un luogo dove non esiste un’idea buona e una sbagliata, ma tutti hanno l’opportunità di dire la propria su un determinato argomento, lasciandosi trasportare dal flusso spontaneo delle idee.

La partecipazione alle unconference si basa sulla regola dei due piedi: 

«se non stai né imparando né contribuendo, allora è bene spostarsi altrove»​.

Perché le unconference scatenano idee innovative rispetto alle conferenze tradizionali?

Come si è potuto fin qui osservare, il concetto alla base di una unconference è semplice ed essenziale: l’evento stesso fonda le sue radici nel confronto attivo con i partecipanti; visto che proprio essi decidono quali argomenti saranno discussi e convocano le singole sessioni di approfondimento. In altre parole, una “non conferenza” non ha ordine del giorno finché i partecipanti non contribuiscono attivamente alla sua creazione. 

Ma, quindi, cosa rende davvero queste “non conferenze” degli eventi così innovativi?

Per dirla con le parole dell’imprenditore Joshua Kauffman, che ha moderato moltissime unconference in tutto il mondo:

“Buona parte della nostra vita e del nostro lavoro è eccessivamente strutturata, al punto da non offrire a noi, o alle nostre idee, lo spazio per crescere liberamente. Al contrario, l’ambiente non definito e particolarmente energico tipico di una ‘non conferenza’ contribuisce ad amplificare le idee” 

Come facilitatore, Kauffman gioca un ruolo cruciale in eventi del genere. Il suo compito consiste nel selezionare rapidamente dozzine di tematiche e aiutare i partecipanti a perfezionare le loro idee, riducendole ad argomenti concisi e utili per la discussione.

Inoltre, Kauffman afferma che il formato unconference funziona in ambienti grandi e piccoli, che vanno da poche persone a diverse centinaia. A proposito di ciò, egli si esprime così:

“Quello che ho imparato è che le persone in tutto il mondo sono dotate di connettori naturali. Infatti, siamo naturalmente in grado di collegarci gli uni con gli altri, trasformando tutte le singole idee in qualcosa di molto più grande e complesso”. 

A prescindere da questo, per realizzare con successo un evento così particolare è comunque necessario seguire alcune piccole semplici regole. 

Innanzitutto, come evidenziato dallo stesso Kauffman, occorre tenere a mente due linee guida principali

  1. Le “non conferenze” riguardano esclusivamente il dibattito e la conversazione, escludendo di fatto le classiche presentazioni; 
  2. Se una sessione non ispira i partecipanti a contribuire attivamente, questi dovrebbero abbandonare quella sessione per trovarne un’altra più adatta (anche detta “Legge dei due piedi”). 

Oltre a questi imprescindibili assiomi, che contribuiscono a rendere fruibili le unconference per chiunque voglia partecipare, vi è pure qualche consiglio che gli organizzatori possono seguire per ottimizzare questa innovativa esperienza. 

In primis, è assolutamente d’obbligo coinvolgere i partecipanti nell’organizzazione dell’evento, permettendo alle persone di contribuire attivamente nella scelta dei contenuti. Occorre, quindi, imparare a dare fiducia alla propria community, approcciando all’apparente disorganizzazione dell’evento in maniera positiva e senza timore. Il tutto deve ovviamente avvenire in un ambiente amichevole e rilassato, senza penalizzare nessuna idea e coinvolgendo in maniera equa sia chi offre spunti più generali sia chi si focalizza maggiormente sui dettagli.

Ma quindi perché vi abbiamo parlato delle “non conferenze"?

Alla luce di tutto quello affrontato finora, appare chiaro che il focus su cui questa tipologia di eventi si concentra non è la conoscenza del singolo oratore, ma bensì la forza della somma delle idee, la cui linfa vitale è alimentata dalla discussione attiva e dal dibattito partecipativo.

In merito a questo punto, vale qui la pena sottolineare che il termine “non conferenza” viene generalmente applicato ad una varietà di incontri che per loro natura evitano aspetti delle conferenze classiche. Tuttavia, ciascuno di questi casi è caratterizzato proprio dal forte accento posto sull’aspetto partecipativo ed umano, offerto proprio dall’incontro tra persone interessate ad uno stesso tema.

Non è un caso che la premessa dietro l’idea di unconference, come afferma l’imprenditore Dave Winer, sia riassumibile nella seguente frase:

“La somma delle competenze delle persone tra il pubblico è maggiore della somma delle competenze delle persone sul palco”.

Ecco perché le “non conferenze” si basano sulla possibilità per i partecipanti di condividere liberamente le proprie competenze ed esperienze. Questi eventi, in sostanza, forniscono ai partecipanti tutti gli strumenti necessari per vivere al meglio tale opportunità di avere uno scambio non filtrato di idee innovative. 

Vi abbiamo parlato di questa unconference perchè Renault Group ha deciso di organizzare il suo evento del 3 ottobre 2022 dedicato alla Mobilità Sostenibile utilizzando proprio questo strumento. Per saperne di più è necessario aspettare il 23/09… stay tuned!

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