La mobilità sostenibile vista dal cockpit

Sentiamo sempre più spesso parlare in questi ultimi anni di mobilità sostenibile

La consideriamo sempre dal punto di vista terrestre, ma se alziamo lo sguardo, cosa ne pensano i piloti di aereo? Come vedono il nostro pianeta dall’alto? Come si è trasformato il panorama della terra da diecimila metri? E il loro mestiere si può includere in un concetto di sostenibilità?

Sono andata a chiederlo direttamente ad un pilota con una lunga carriera alle spalle proprio per capire come è cambiata la loro percezione del mondo dall’alto e, data la sua esperienza, com’è il suo sguardo sul prossimo futuro della mobilità sostenibile. 

Luca, 56 anni di cui 40 passati sugli aeroplani (mi racconta che ha preso prima il brevetto di volo e poi la patente) e 25 come comandante.

Luca, come hai visto cambiare il mondo dall’alto in questi 40 anni?

Oggi vedo un mondo molto più antropizzato, sono aumentate le grandi metropoli, le aree industriali e le aree agricole intensive. Le grandi città sono aumentate in dimensioni e per contro si sono contratti sempre di più i piccoli centri. 

Ai cambiamenti che hai visto nel panorama si sono accompagnati anche cambiamenti nei passeggeri?

Sì, ci sono stati molti cambiamenti anche tra i passeggeri sia nella quantità che nella qualità e soprattutto nell’età (almeno nel vettore per il quale lavoro, che è una major company). Un tempo viaggiavano soprattutto le élite e coloro che avevano necessità e gli anziani erano rari.  Oggi, al contrario, viaggiano molti anziani, l’élite è scomparsa e le persone in generale viaggiano più per distrarsi che per reale necessità. 

Come si sta trasformando oggi l’aviazione civile?

Oggi è diventato un mezzo molto più fruibile, comune e commerciale. Non perché esso sia più facile da prendere (un treno o la macchina restano i mezzi più facili) ma certamente è più di moda, più veloce e quindi più adeguato alle necessità del mondo di oggi che è sempre più veloce. Inoltre oggi volare costa poco sulle medie e lunghe distanze rispetto ad altri mezzi. In aggiunta a questo, spesso si ha l’impressione che il passeggero prenda l’aereo perché è alla ricerca di una fuga dalla propria realtà oppure è alla ricerca di nuove emozioni, piuttosto che mosso da una reale necessità.

Cosa sai della mobilità sostenibile?

L’unica mobilità veramente sostenibile è stare fermi!

Se ci fosse un modo perché questa mobilità fosse sostenibile, come te la immagini?

Me la immagino come una sinergia collettiva. Forse è proprio quello verso cui ci stiamo muovendo. L’unico vero modo per fare della mobilità sostenibile.

Come l’aeroplano inserito nella mobilità sostenibile nel futuro?

Difficile a dirsi. Il trasporto per via aerea resterà un trasporto d’élite ma non sarà più troposferico (entro i 12 km dal suolo terrestre) ma stratosferico (volo balistico). Al momento però non ci sono alternative alla propulsione. Non avendo un’alternativa ai carburanti fossili è un grande punto interrogativo, è il grosso punto interrogativo dell’industria del volo. Ad oggi non c’è un’alternativa! Insomma, una bella domanda. 

E dell’idrogeno che cosa ne pensi?

Al momento costa molto per produrlo e inquina tanto. Quindi è ancora conveniente usare i combustibili fossili. Ecco perché non possiamo parlare di mobilità sostenibile applicando l’uso dell’idrogeno e questo è uno dei motivi per cui molti progetti ad idrogeno sono stati accantonati almeno per il momento. 

Tu ti muovi in modalità sostenibile?

Cerco di muovermi poco, uso la bicicletta e i mezzi pubblici quanto più possibile oppure uso la macchina con carburanti alternativi come il GPL.

Fai uso di App per la mobilità?

Sì ho provato e mi sono trovato discretamente.

Intravedi la possibilità anche per le compagnie aeree di fare una maggiore sinergia con altri mezzi in modo da avvicinarsi ad una maggiore mobilità sostenibile?

Sì, alcune compagnie lo stanno già facendo, come per esempio organizzando pick-up collettivi. Il problema è che il grosso impatto resta sempre l’aereo. Per il resto stanno cercando di fare maggiore sinergia con i mezzi a terra. 

Come sarà il tuo lavoro nei prossimi 20 anni?

Scomparirà. Già si sta lavorando con l’AI che sostituirà pienamente il lavoro del pilota. Forse non sarà tra 20 anni ma tra 25/30 con certezza i piloti non ci saranno più. L’aeroplano si controllerà da solo, non avrà più bisogno di nessuna presenza umana. Già ad oggi gli aeroplani di nuova generazione hanno sempre meno bisogno di competenza in termini di manovra e di capacità di pilotaggio, al contrario richiedono sempre più capacità gestionali.

Un’ultima domanda: oggi che mindset deve avere un pilota per aderire ad una mentalità sostenibile nel suo lavoro?

Senza dubbio molto aperta. Nei prossimi anni dovrà essere disposto a scendere dall’aeroplano per andare davanti ad una console e da lì interagire con la macchina ma da terra!

Immagine di copertina: canva.com

Cadere 100 volte, rialzarsi 101

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