Progettare il car sharing: intervista a Fabrizio Piastra

Il mondo del car sharing

Il successo di un’iniziativa di car sharing dipende dall’obiettivo che ci si fissa: il numero di clienti attivi, il livello di soddisfazione del servizio e il numero di noleggi giornalieri per auto sono sicuramente i 3 indicatori da seguire maggiormente.

Fabrizio Piastra è un Ingegnere Elettronico che, appena laureato e dopo una breve esperienza nel Nuovo Pignone dell’Eni, si è subito reso conto che l’elettronica non era per lui e quindi, entrato in Renault Italia nel ‘90, ha ricoperto in 30 anni molteplici ruoli in tutte le Direzioni, fino a terminare la sua esperienza il 31 luglio 2021 mettendo le basi per il lancio dei primi progetti di Mobilize Share. Vista la sua esperienza, abbiamo pensato bene di intervistarlo per capire meglio il mondo del car sharing.

Cos’è e come funziona in generale il car sharing?

Il car sharing è un servizio che permette di noleggiare una vettura su prenotazione (anche instantanea) attraverso un’App dedicata, prelevando e riconsegnando la vettura stessa in parcheggi dedicati (car sharing di tipo “station based”) o liberi (car sharing di tipo” free floating”).

Due domande scontate: la prima, perchè un cliente dovrebbe scegliere il car sharing rispetto all’auto privata?

Per 2 motivi principali:

  • Attraverso il car sharing un cliente ha un veicolo a sua completa disposizione solo nei momenti in cui ne ha un reale bisogno, risparmiando tutti quei costi fissi legati ad una vettura di proprietà (assicurazione, bollo, manutenzione, etc)
  • Con il car sharing, soprattutto nelle città, ha accesso a zone interdette alle auto private, a parcheggi gratuiti e in alcuni casi a corsie preferenziali.
Seconda domanda scontata: qual è l’interesse di un costruttore di auto verso il car sharing? Investendo su questa forma non rischia di vendere meno auto in futuro ?

Per i costruttori l’interesse è quello di essere sempre più presenti nel mercato dei servizi di mobilità che sono in grande evoluzione ed espansione. Permette inoltre di far conoscere e provare alcuni modelli ad un numero elevato di potenziali clienti, instaurando inoltre con loro un canale preferenziale di comunicazione e avendo la possibilità di conoscere e immagazzinare dati utili per future vendite.

Le persone sono pronte a concepire la mobilità come un servizio senza possesso?

Sicuramente, anche se non tutte le tipologie di consumatori. In questo momento sono principalmente i giovani ad essere interessati.

Andiamo ora per piccoli passi, come se fossimo degli imprenditori del settore: come si individua una zona o una situazione in cui è conveniente “fare” il car sharing ?

In questo momento parlare di una situazione di convenienza puramente “economica” è molto difficile da individuare, nel senso che al momento servizi di car sharing redditizi ce ne sono ben pochi. Se invece estendiamo ad un concetto più ampio che preveda altri rientri non esclusivamente economici, allora la situazione cambia.
Facciamo l’esempio di un servizio di Car Sharing effettuato da un Dealer. Il rientro economico in termini di rapporto tra costi e fatturato è sicuramente leggermente negativo o in pari (soprattutto nel primo anno di attività); se a questo, però, si aggiunge il ritorno in termini di notorietà del brand del dealer nella propria città, della pubblicità, del servizio di fidelizzazione offerto alla propria clientela e di conquista verso nuovi clienti, oltre al miglioramento dei rapporti con le amministrazioni locali grazie alla fornitura di un servizio di mobilità per loro gratuito, ecco che i conti tornano sicuramente ad essere più che positivi.
Quindi nell’esempio citato va valutato caso per caso, Dealer per Dealer.

Quali sono i costi di attivazione e l’organizzazione del car sharing?

Per la mia esperienza pregressa posso rispondere con una certa precisione per i servizi di Car Sharing Station Based effettuati dai Dealer, e quindi, sostanzialmente, i costi sono relativi a:
– il noleggio delle auto, per avere un costo dell’auto tutto compreso
– l’app dedicata al Car Sharing,
– l’organizzazione che si occupa della manutenzione della flotta (pulizia, spostamento , ricarica dei veicoli elettrici – per me il car sharing ha senso solo per car sharing puramente elettrici – etc. )
– costi pubblicitari
– costi amministrativi (gestione delle multe, mancato pagamento – che rappresenta circa il 2%/4% del fatturato)

Quali i limiti e gli ostacoli, o semplicemente i punti di attenzione da considerare ?

Prima di tutto è indispensabile conoscere a fondo l’interesse dell’amministrazione locale verso un progetto di car sharing.
Idealmente tutte le amministrazioni locali sono favorevoli, ma all’atto pratico non è così. Ci sono molti interessi e “intoppi amministrativi” che possono decretare la vita o la morte anticipata di un progetto di car sharing e noi ne abbiamo avuto diversi esempi. Parcheggi dedicati ben posizionati e gratuiti, possibilità di accedere a zone a traffico limitato o addirittura a corsie preferenziali fanno sicuramente la differenza tra l’esserci o non esserci.
La presenza o l’assenza di una normativa locale che regoli il car sharing impatta notevolmente in termini di inizio del servizio, come la possibilità di considerare la vettura in car sharing come un mezzo di trasporto pubblico permette in alcuni casi di poter far pubblicità sulle vetture (e quindi di avere altre fonti di ricavo).
In generale, prima cosa, è necessario avere accanto l’amministrazione locale e questo si capisce subito con passi concreti e tempistiche ben definite.

Come si misura il successo di un’iniziativa di car sharing ?

Come riportato prima, dipende dall’obiettivo che ci si fissa, ma in generale il numero di clienti attivi, il livello di soddisfazione del servizio, e il numero di noleggi giornalieri per auto sono sicuramente i 3 indicatori da seguire maggiormente.

Aneddoti particolari sul car sharing?

Non me ne viene in mente uno in particolare ma per quanto mi riguarda, posso sicuramente ricordare il fatto che, ad un certo punto, dopo aver incontrato così tanti sindaci, qualche governatore di Regione, e in generale vari personaggi pubblici mi sono sentito quasi più un politico che un manager d’azienda.

Qual è il progetto di car sharing più riuscito (in Italia o all’estero)? Perché è il progetto “più riuscito”?

Parlare di progetto più riuscito è abbastanza difficile e soprattutto dipende da che punto di vista s’intende. A seconda di chi lo realizza o chi lo richiede uno stesso progetto può essere un grande o pessimo progetto visto che la componente economica ha un peso non trascurabile. Ci sono infatti vari progetti in diverse grandi città Europee che riscontrano un elevato livello di soddisfazione da parte degli utilizzatori e delle amministrazioni pubbliche locali ma che hanno difficoltà a soddisfare gli imprenditori che li hanno realizzati.
In generale posso dire che nel caso dei grandi Car Sharing Free Floating ce ne sono alcuni che si stanno comportando meglio (anche dal punto di vista economico) là dove il posizionamento delle vetture viene regolato attraverso una movimentazione del parco auto in funzione di complessi algoritmi, che prevedono la necessità di utilizzo del parco stesso in determinati punti della città in ogni momento con livelli di precisione molto affidabili.
Infatti nella maggior parte dei Servizi di Car Sharing Free floating le auto sono posizionate là dove l’ultimo utilizzatore le ha lasciate e spesso non si trovano nelle posizioni ideali per poter essere subito ri-noleggiate: in questi casi si riscontra una media di noleggi al giorno per vettura che va dai 3 ai 5.
Nel caso sopracitato si arriva invece anche a 6/8 noleggi per auto al giorno, e questo fa differenza.

Autore /

Domatore semiserio di anime effervescenti. Crede nel lavorare duro per ciò che si vuole realizzare. Con passione.

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