Politiche di Mobilità Sostenibile: 11 città a confronto

Nel prossimo futuro il mondo come oggi lo conosciamo e viviamo cambierà lungo diverse direttrici e sulla spinta di diversi fattori, alcuni già in atto. Tra le prime vi è la creazione di città c.d. intelligenti e tra i secondi la crescente consapevolezza ecologista delle comunità.

L’obiettivo da perseguire è realizzare spazi urbani sempre più smart, basati su soluzioni tecnologicamente avanzate e integrate in grado di rendere sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico e sociale, la vita dei propri abitanti.

In questo contesto, uno dei pilastri delle c.d. smart cities è proprio la mobilità sostenibile, risultato di una rete interconnessa di soluzioni e mezzi di trasporto a basso impatto ambientale. 

I cittadini possono usufruire di infrastrutture e servizi per la mobilità (nuovi mezzi, reti di ricarica, parcheggi, segnaletica) efficienti che agevolano gli spostamenti nella rete urbana ed extra-urbana e consentono di ridurre l’inquinamento e le emissioni nocive, offrendo al contempo un’esperienza flessibile, integrata e, soprattutto, sostenibile. 

Questo anche grazie all’utilizzo di applicazioni tecnologiche che collegano direttamente domanda e offerta in modo facile e intuitivo.

Le sfide sociali, ambientali ed economiche che si profilano all’orizzonte porteranno ulteriori cambi di paradigma che riguarderanno l’organizzazione stessa del vivere collettivo e quindi delle nostre città. 

In questi nuovi scenari in via di definizione le amministrazioni cittadine e i governanti di ogni ordine e grado devono riconsiderare l’importanza dei cittadini in quanto protagonisti principali del tessuto urbano in cui vivono, rendendolo sempre più efficiente, inclusivo, funzionale. 

Ripensare e riprogettare il sistema dei trasporti in chiave sostenibile e tecnologica contribuirà al raggiungimento di questi obiettivi, soprattutto nelle grandi metropoli, per tutelare e migliorare la qualità della vita delle persone.

Alcune città hanno già avviato progetti e percorsi di trasformazione orientati ad incrementare gli standard di sostenibilità e vivibilità al proprio interno.

Nella diversità di soluzioni adottate si rintracciano alcuni denominatori comuni: puntare sulla intermodalità, integrando l’offerta di trasporto tradizionale con nuove soluzioni non inquinanti e promuovere un cambiamento culturale rivolto alla condivisione e cura del bene comune.

Presentiamo di seguito alcune città, entro e oltre i confini nazionali, che hanno iniziato da tempo ad investire su progetti infrastrutturali e piani di sviluppo di portata strategica a medio-lungo termine e che oggi possono già beneficiare dei vantaggi derivanti da queste scelte in termini di sviluppo e qualità della vita. Città pioniere il cui esempio virtuoso e vincente ci auguriamo funga da catalizzatore su scala globale.

1. La giungla romana

È quasi scontato voler iniziare la nostra panoramica sullo stato della mobilità nelle più grandi città da Roma, croce e delizia per i residenti, i pendolari e per i turisti che ogni giorno affollano la Capitale, testando l’offerta dei trasporti esistente. 

Recentemente Greenpeace ha prodotto un report dedicato all’insostenibile stato della mobilità romana, che dovendo coprire un territorio di enorme estensione, conosce livelli di saturazione eccessiva nelle aree centrali e abbandono nelle zone periferiche. 

Greenpeace ha esaminato minuziosamente ogni singola zona urbanistica romana (ZU), sulla base di 18 variabili che fanno capo a quattro temi principali: Trasporto Pubblico Locale (TPL), Mobilità dolce, Mobilità condivisa e Infrastrutture e contesto. A ciascuna ZU è stato attribuito un punteggio. 

L’indagine restituisce un quadro inclemente caratterizzato da un trasporto pubblico inefficiente e insufficiente tanto da non raggiungere oltre 2 milioni di cittadini, per di più obsoleto e inquinante, da piste ciclabili scarse, pericolose e frammentate, ed una rete di collegamenti tra città metropolitana e aree limitrofe da riprogrammare e ampliare. 

Roma è la città europea dove il cittadino spreca la maggior parte del tempo bloccato nel traffico: 166 ore all’anno sottratte alla vita, secondo lo studio realizzato da INRIX che nel 2019 la classificava anche come la sesta città più congestionata al mondo. Lo stesso studio INRIX calcolava una velocità media di 18 km orari impiegata per percorrere “l’ultimo miglio” (1,6 km) di un percorso in auto dal centro di Roma.

Greenpeace fa luce su una mobilità davvero insostenibile, tanto per i cittadini quanto per l’ambiente, una sfida di cruciale importanza per la giunta capitolina e per la Regione Lazio oltre che di dignità per Roma, i romani e l’Italia intera. 

Alla luce dell’analisi condotta e delle criticità emerse, Greenpeace propone punti di attenzione su cui è prioritario intervenire per migliorare la mobilità romana e renderla più sostenibile, equa e accessibile per i cittadini della Capitale. 

Le proposte di portata generale rivolte all’amministrazione capitolina indicano gli interventi prioritari da esperire per ripensare il sistema di mobilità urbano. Nello specifico si raccomanda di: 

  1. Rafforzare il servizio e rinnovare la flotta del trasporto pubblico; 
  2. Incentivare la mobilità in bicicletta attraverso nuove infrastrutture; 
  3. Migliorare la qualità della mobilità pedonale; 
  4. Investire nelle forme di mobilità condivisa, efficientando il car-sharing comunale;
  5. Puntare alla riduzione del traffico e della sosta dei veicoli privati; 
  6. Sviluppare la diffusione di colonnine di ricarica elettrica; 
  7. Attenzionare le zone periferiche e più popolate.

In quest’ottica di progressivo miglioramento si inserisce l’accordo recentemente concluso tra Gruppo Fs e Aeroporti di Roma, che mira a rendere gli aeroporti di ADR smart hub, per rafforzare  i collegamenti diretti di alta velocità tra Fiumicino, quale scalo centrale per tutto il Paese, ed il Sud Italia e al contempo velocizzare gli attuali servizi con il Nord del Paese. 

È prevista, inoltre, la costruzione di un vertiporto sulla piastra parcheggi della Stazione Termini di Roma, e l’individuazione di altri spazi idonei per l’ampliamento di questo network.

2. Milano

La capitale finanziaria del nostro Paese è stata la prima grande città italiana ad ispirarsi al “modello della città dei 15 minuti”, avviando un percorso ancora in fieri. 

La sfida primaria per il capoluogo lombardo è creare quartieri residenziali integrati anche al di fuori dell’area centrale, in cui far convivere abitazioni, uffici, fabbriche, servizi pubblici e spazi verdi, anche per ridurre il fenomeno del pendolarismo lavorativo e contribuire al decongestionamento del trasporto pubblico e della viabilità nelle ore di punta.

L’Amministrazione cittadina conta di ridurre le emissioni dando attuazione ai PUMS (Piani Urbani di Mobilità Sostenibile). 

La strategia messa in atto punta sul modello del Mobility as a Service, offrendo ai cittadini soluzioni integrate con sistemi di sharing di auto, bici, scooter ed e-bike ed un potenziamento della rete ciclabile e del trasporto pubblico a basse emissioni.

3. Ravenna

Il comune di Ravenna ha deciso di ammodernare la rete dei trasporti pubblici inserendo mezzi ad idrogeno verde prodotto localmente in un impianto alimentato con energia solare.

In questo progetto, realizzato in collaborazione con diversi attori locali, come il Gruppo Hera, Ravenna Holding, Aess e Start Romagna, è previsto anche un futuro impianto di elettrolisi, alimentato con pannelli fotovoltaici posizionati sui tetti degli edifici vicini e sulle pensiline del parcheggio degli autobus.

Ravenna intende presentarsi come modello di sostenibilità ambientale per tutto il Paese portando avanti un programma di abbandono dei combustibili fossili e delle fonti di energia non rinnovabili.

4. Tallin

Tallinn sta utilizzando un software che, analizzando i dati aggiornati relativi a 130.000 diversi tratti stradali della capitale e tenendo conto della circolazione di automobili, mezzi pubblici, camion e  pedoni, aiuta a comprendere le necessità della mobilità nella capitale estone. 

Il sistema consente anche di migliorare la rete e la pianificazione dei trasporti urbani e la gestione del traffico, supportando anche la valutazione della fattibilità di grandi investimenti infrastrutturali sul traffico.

Consentendo di prevedere gli effetti delle decisioni, questo strumento digitale risulta quindi funzionale a sostenere lo sviluppo complessivo della città.

5. Copenaghen

Copenaghen è diventata il laboratorio ideale prescelto dalle multinazionali dei settori dell’ICT, della tecnologia pulita, dell’edilizia e dei trasporti per testare le tecnologie intelligenti per far fronte alle sfide poste dall’urbanizzazione e dal cambiamento climatico.

La Danimarca ha deciso di abbandonare i combustibili fossili entro il 2050, mentre Copenaghen mira a diventare la prima capitale mondiale a emissioni zero entro il 2025In che modo? Puntando su 3 principali strategie: la riduzione dei consumi di energia, la produzione di energia da fonti rinnovabili e il miglioramento della mobilità sostenibile e degli spostamenti in bicicletta.

Inoltre saranno installati sistemi di controllo intelligente del traffico per ridurre le emissioni ed aumentare l’efficienza del trasporto pubblico.

6. Parigi

La propaganda della città dei 15 minuti o la Ville du quart d’heure ha portato alla riconferma del sindaco uscente di Parigi, Anne Hidalgo, nell’ultima tornata elettorale del 2020. Nella campagna elettorale ha ampiamente accolto le teorie del Professor Moreno della Sorbona, tanto che Parigi è oggi una città sempre più a misura di pedoni e ciclisti.

Difatti le biciclette sono protagoniste indiscusse delle vie di molti quartieri parigini che hanno beneficiato della progressiva introduzione di spazi ciclabili in città.

Ora Parigi punta sulla riqualificazione degli Arrondissement cittadini, con la creazione di nuovi spazi di aggregazione sociale e culturale, di co-working, ambulatori e aree commerciali di prossimità.

7. Barcellona

La capitale catalana sta portando avanti un ingente piano di investimenti per ampliare la propria pianificazione urbanistica ed il Piano di mobilità urbana 2024 per diventare sempre più sostenibile e vivibile, aumentando gli spazi verdi e diminuendo il traffico urbano.

L’opera più ambiziosa probabilmente è la realizzazione dei c.d. 503 superblocchi, ossia unità di 400 x 400 m, tra un isolato ed un quartiere, che farebbe aumentare l’aspettativa di vita in media di circa 200 giorni, grazie alla diminuzione dei livelli di calore urbano, di inquinamento atmosferico e acustico.

 Attualmente in città sono presenti nove blocchi con strade interne in cui vige un limite di velocità di 10 o 20 km orari. I superblocchi hanno modificato la mobilità urbana incentivando il ricorso al trasporto pubblico, alle biciclette o gli spostamenti a piedi ma comporteranno anche un miglioramento delle infrastrutture verdi urbane e la conseguente trasformazione di ogni quartiere.

8. Londra e Singapore

Londra e Singapore hanno adottato entrambe soluzioni innovative tese a ridurre la congestione, le emissioni e l’inquinamento causati dal traffico stradale. Tra queste rientra la tariffazione stradale che impatta sui modelli di traffico, sull’ampliamento degli spazi pubblici condivisi, sulla mobilità a emissioni zero e sugli investimenti in opzioni alternative. Spingendo verso una mobilità stradale pulita, equa, finanziariamente resiliente e sostenibile.

Tuttavia tale tariffazione difficilmente riesce a riflettere interamente i costi diretti e indiretti della guida su strade congestionate nei centri urbani quali l’impatto sociale, ambientale ed economico del trasporto su strada. 

Londra nel 2008 ha introdotto standard di emissione per i veicoli commerciali pesanti sulle sue strade attraverso la Low Emission Zone (LEZ), rafforzandoli nel marzo 2021. La LEZ spinge le flotte logistiche, merci e autobus ad acquistare e utilizzare veicoli più “puliti”, applicando tariffe che penalizzano i veicoli che non rispettano determinati standard. Entro il 2025, si stima che la LEZ riesca a garantire una riduzione del 60% delle emissioni dei veicoli pesanti.

Invece, nell’aprile 2019 per i veicoli commerciali leggeri (e anche per auto personali, taxi e motocicli) opera la Ultra Low Emission Zone (ULEZ), tassando i veicoli che entrano nella zona se non soddisfano determinati standard di emissione. I dati dei primi quattro mesi suggeriscono una riduzione dei veicoli non conformi di oltre il 60%. L’ULEZ è stata estesa nell’ottobre 2021 fino a coprire l’intero centro di Londra, determinando una riduzione del 30% delle emissioni di NOx prodotte dal traffico stradale.

Singapore ha introdotto meccanismi di pedaggio stradale basati sul suo sistema Electronic Road Pricing a partire dal 1998. I veicoli dotati di un’unità di bordo (IU) sono intercettati dall’ERP, e i sensori e le telecamere di riconoscimento delle targhe addebitano una tariffa che dipende dal tipo di veicolo, dall’ora di ingresso e dalla posizione. Le tariffe vengono adeguate periodicamente nel corso dell’anno per supportare velocità di traffico ottimali e ridurre la congestione.

La Land Transport Authority (LTA) di Singapore sta aggiornando la tecnologia alla base dell’ERP in vista dell’adozione delle nuove unità di bordo (OBU) nel 2023. Le OBU abilitate al GNSS informano gli utenti sui modelli di traffico attuali e sulle zone speciali con velocità ridotte, tra le altre informazioni permettendo di gestire la congestione in tempo reale. Le OBU supporteranno l’elaborazione dei pagamenti e potrebbero in definitiva consentire la tariffazione stradale a distanza.

9. New York

Questa linea è stata adottata anche dalla Grande Mela, che nel 2019 ha deciso di imporre prezzi di congestione per contrastare il riscaldamento globale. I conducenti dovranno pagare per guidare nel trafficato centro di Manhattan, misura che vorrebbe ridurre il numero di auto per investire nel trasporto pubblico come le metropolitane.

Dopo due anni, nel 2021, sono iniziate le udienze pubbliche, aprendo un ampio processo di revisione che i funzionari federali richiedono alla Metropolitan Transportation Authority di completare, prima di iniziare a tassare i veicoli che entrano a Manhattan.

La MTA, che gestisce la metropolitana, gli autobus e due treni per pendolari della città, impiegherà gli introiti per migliorare il trasporto pubblico.

Questa revisione, che include anche un focus specifico sulla giustizia ambientale, valutando l’impatto dei prezzi di congestione sulle comunità a basso reddito e sulle persone di colore, dovrebbe durare fino al 2023.

10. Seoul

Seul si candida ad essere la futura smart city da 10 minuti entro il 2024 sulla base di un progetto di riqualificazione urbana commissionato dalla Hyunday Development Company e sviluppato da UNStudio.

Il Project H1 ispirerà i futuri progetti di sviluppo urbano misto, integrando l’energia verde, l’innovazione, l’economia circolare e la qualità del vivere in un solo ambiente. 

Il masterplan di Project H1 prevede la costruzione di 8 torri residenziali, in un contesto che offre servizi pubblici ed ampi spazi verdi raggiungibili dagli abitanti entro 10 minuti a piedi dalla propria abitazione.

Ogni cittadino potrà accedere facilmente ad una fitta rete di esperienze, attività, funzioni che faciliterà la vita sociale nel quartiere.

11. Next Generation Village

Una realtà per adesso solo progettata ma che probabilmente sarà realizzata a breve dando avvio ad un modello di sviluppo avveniristico è il Next Generation Village in Svizzera, un progetto ideato da un gruppo di creativi e pionieri che intende ridefinire la vita comunitaria su basi diverse.

Nel villaggio-laboratorio si potranno così esplorare il futuro dell’energia, della produzione alimentare, della gestione delle risorse, dell’architettura, della mobilità, dei nuovi sistemi monetari, economici e di governance.

Le innovazioni sociali e tecnologiche che saranno sviluppate e testate nel Next Generation Village, potranno offrire una risposta ad alcune delle più importanti sfide che l’umanità sta affrontando e creare le condizioni per comunità più sostenibili e innovative nel XXI secolo.

La panoramica presentata testimonia la dinamicità delle amministrazioni locali nell’accogliere e sviluppare strategie e politiche innovative e inclusive, finalizzate a migliorare la quotidianità dei propri abitanti rendendo le proprie città sempre più vivibili, sostenibili e accessibili.

Le città contemporanee che guardano al futuro iniziano ad adottare soluzioni tese al decentramento, alla partecipazione popolare, all’inclusione, progettando e implementando servizi in ottica integrata e di prossimità all’interno di una città sempre più policentrica. E non possiamo che augurarci che questi esempi si moltiplichino a livello planetario.

Foto di copertina: canva.com

“Le convinzioni limitano, il dubbio stimola, la conoscenza rafforza, la consapevolezza illumina”. Ispirata da questo detto zen , cerco di avere una mente aperta e di andare incontro al nuovo con curiosità e speranza. Sono una convinta ambientalista e vorrei contribuire a promuovere la tutela dell’ambiente ed uno sviluppo davvero sostenibile.

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