« Mamma, da Grande Voglio Fare lo YouTuber »! La Community Come Leva per il Tuo Business.

Intervista di E. Tugliani a M. Cioni.

Il mondo del lavoro è cambiato e di molto, certo, ma questa non è un’introduzione alla perfetta rubrica sui 10 mestieri più assurdi del mondo. Dello spalmatore di crema protettiva in spiaggia, purtroppo, non trovo ancora nulla di innovativo. Questo è semplicemente un breve viaggio alla scoperta di uno dei mestieri più scontati e ambiti di oggi, lo YouTuber. Per fare questo abbiamo intervistato Marco Cioni, Marketing Manager di Slim Dogs Production – casa di produzione e post-produzione di video con base a Roma ed un canale YouTube da 37.000 follower.

Marco è uno di quei ragazzi che ti parla di come vuole cambiare qualsiasi cosa intorno a sé con indosso una t-shirt dal cui taschino spunta un -neanche troppo timido- R2-D2 e già per questo non puoi esimerti dall’ascolto…
26 anni, una laurea magistrale in Economia e una profonda passione per il mondo del digital e del video, lo spingono ad impegnarsi nella sua prima esperienza professionale come produttore e social media manager sul set di “Dylan Dog – Vittima degli Eventi” (trailer, film completo).
Grazie a quest’esperienza inizia a collaborare come Social Media Manager con Claudio Di Biagio e Matteo Bruno, quest’ultimo conosciuto da tutti come Cane Secco, canale YouTube da oltre 298.000 contatti. Oggi Marco porta avanti a tempo pieno il progetto Slim Dogs Production ricoprendo il ruolo di Marketing Manager e ci aiuterà a scoprire cosa fa da grande.

«Slim Dogs Production… Di cosa parliamo esattamente?»
La Slim Dogs è una società di produzione video e comunicazione digitale. Il core business della società è la produzione video in ogni sua forma, dai web-spot ai videoclip musicali, passando per il branded entertainment.
Per farvi capire credo non ci sia niente di meglio del nostro showreel.
Ciò che facciamo è ideare un contenuto video e curarne tutte le sue parti: creatività, produzione esecutiva ed impostazione finale della strategia di comunicazione, ma capita spesso di occuparci anche di una sola delle fasi intermedie.
Si potrebbe dire che non siamo stati noi ad avere l’idea della Slim Dogs, ma che sia stata l’idea stessa a farci suoi.

«Spiegati meglio…»
La Slim Dogs Production è la fase finale del processo fisiologico di crescita professionale che tutti i membri del team hanno affrontato, a prescindere dai diversi background.
Giovanni e Matteo, non laureati, professionisti del settore da più di 10 anni, Adriano una laurea in ingegneria delle telecomunicazioni ed io, laureato magistrale in Economia e Management, abbiamo tutti raggiunto la chiara consapevolezza che la forza di un progetto si basa sul team, sulla necessità di trovare altre persone a cui affidarsi.
Da questo concetto nasce la Slim Dogs, il classico “l’unione fa la forza” che è molto facile utilizzare come frase fatta, ma che, vi giuro, è davvero difficile attuare in un contesto imprenditoriale e professionale.
Ovviamente in questo processo il web ha ricoperto il ruolo centrale: Matteo, il nostro responsabile del reparto di ripresa, circa 10 anni fa aprì un canale YouTube, “Cane Secco”, attivo ancora oggi – clicca qui.
Matteo sfruttava quel canale come banco di sperimentazione per la sua passione, il videomaking, caricando video senza un reale scopo- YouTube nel 2007 era molto diverso da quello che è oggi: nessuno aveva consapevolezza del mezzo ed erano pochi i pionieri a sfruttarlo come piattaforma. Grazie a queste prime sperimentazioni attraverso YouTube e la realizzazioni di progetti corali insieme ad altri creator dell’epoca, come, ad esempio, “Freaks!The Series”, la prima web-serie italiana si è formato il nostro collettivo e quindi la base su cui oggi si fonda Slim Dogs.

«Oggi Slim Dosg è una vera e propria Società di produzione, cosa c’entra YouTube?»
YouTube è il luogo dove accogliamo virtualmente chiunque all’interno della nostra Società, per farci conoscere e per far conoscere cosa facciamo. Oggi, il canale “Cane Secco” ha un ruolo ben preciso poiché lo utilizziamo per fare corporate storytelling: ogni settimana, con weekly vlog (ndr, blog settimanali sotto forma di video, ‘video-blog’ da cui v-log)  possiamo raccontare la realtà della Società attraverso gli occhi di Matteo, in questo modo la Slim Dogs si trasforma in un ibrido tra la classica società di produzione video ed una fonte d’intrattenimento con una propria community di utenti.
Arriva un nuovo dipendente alla Slim Dogs? Questo evento può essere lo spunto per parlare delle mirabolanti peripezie che i ragazzi affrontano oggi per entrare nel mondo del lavoro, guardate qua.
L’obiettivo che ci siamo dati, quando questa avventura dei video settimanali è iniziata, era provare a realizzare sempre un contenuto che non solo intrattenesse, ma che facesse in qualche modo riflettere.
«Quando hai capito che la tua passione poteva essere un lavoro?»
In realtà, parlando della produzione video in sé, era un lavoro già da molto prima che noi iniziassimo.
L’unica differenza sta nella destinazione d’uso finale: 10 anni fa si produceva per la televisione, oggi si produce anche per il web…
Ovviamente questo ha comportato una totale rivoluzione, il linguaggio deve essere diverso, i tempi di produzione molto più rapidi e snelli. Il digital non ti permette il lusso di perdere tempo: devi sapere subito cosa vuoi fare, come farlo e metterlo in pratica nel più breve tempo possibile, sempre mantenendo un livello qualitativamente elevato.
In generale credo che noi, anche inconsciamente, conoscessimo da sempre le potenzialità del settore, la domande dovrebbe essere:
“Quando gli altri si sono resi conto che quest’attività poteva essere un lavoro?”
Il momento in cui le aziende hanno aperto gli occhi e hanno compreso che il paradigma era cambiato,
quando hanno capito che i consumatori passavano più tempo sul web piuttosto che su un qualsiasi altro old media, in quel momento, quello che molti vedevano come un semplice gioco è diventato un Business. Oggi per noi non è insolito collaborare con brand come Nestlé, Netflix, Sky, Samsung, Google, P&G, Universal, 20th Century Fox e tanti altri e possiamo reputarci soddisfatti.

« blogger, vlogger, youtuber…di cosa stiamo parlando e quali sono le differenze? »
Fosse per me userei solo un neologismo: creator.
Il creator è colui che, su qualsiasi piattaforma, crea contenuti che possono essere fruiti dalla propria community in qualsiasi modo.
Volendo si possono categorizzare i creator in base alla piattaforma specifica, quindi YouTuber, Facebook Star, Instagrammer etc. ma oggi quasi tutti i creator sono crossmediali quindi le tassonomie hanno poco senso.

« Ok, sono tutti creator. Ma cosa significa essere un influencer? »
Essere riusciti a costruire intorno a sé stessi una community grazie alla propria capacità di comunicare.
Il web ti permette di instaurare un rapporto con l’utenza basato sulla fiducia e sull’interazione.
Uno dei nostri obiettivi, quando creiamo contenuti, è sempre quello di coinvolgere attivamente la nostra community.
Ti faccio un esempio: quest’estate Matteo, grazie alla propria community, ha potuto dar vita a “#SocialOnTheRoad” una serie di video il cui obiettivo finale era mostrare la bellezza del sud Italia.
Qui trovi uno degli episodi più belli.
Matteo ha costruito il viaggio insieme all’utenza, tramite Instagram, ed ha potuto visitare ogni località con gli utenti stessi ad ospitarlo ed a fargli da guida.
Vedere un luogo attraverso gli occhi di chi lo vive da sempre ha un altro sapore e abbiamo potuto ottenere questo risultato grazie al rapporto di fiducia costruito con la community nel tempo.
In fin dei conti si trattava di ospitare a casa propria uno sconosciuto per qualche giorno, ma il punto è proprio questo, quando la comunicazione digitale si trasforma in fiducia reale, allora sai di aver fatto un buon lavoro!

« Quando avete compreso di avere un ruolo ‘sociale’ e come controllate questo aspetto nel vostro lavoro? »
“Vedervi ogni giorno lavorare con positività per costruire una realtà che possa portarvi a realizzare i vostri obiettivi, mi dà la spinta per impegnarmi ogni giorno a fare lo stesso”
Questo è quello che scrisse in una lettera un utente. È stata forse la prima volta in cui ho realizzato che il nostro raccontarci tramite i video aveva un significato più profondo del semplice intrattenimento.
Creare uno storytelling attorno alla Slim Dogs, mostrando come in Italia sia ancora possibile provare a realizzare un proprio progetto, nonostante la giovane età e i vari ostacoli creati dal sistema stesso, è sicuramente impattante su tanti livelli, tra cui quello sociale. Ci sono anche dei casi specifici in cui decidiamo di sfruttare la nostra visibilità con finalità sociali. Ne è un chiaro esempio questo video in cui abbiamo preso una posizione sul tema Blue Whale su cui ha puntato i riflettori la redazione de Le Iene in modo grossolano e poco attento…

« Con quali parole hai spiegato a tua madre qual era il tuo lavoro? »
Non credo di esserci ancora riuscito. Appena avrò trovato il modo farò in modo di comunicartelo…magari a quel punto potrebbe rispondere direttamente lei.

« Se guardiamo al futuro, quale pensi possano essere gli sviluppi di questa attività?  »
Credo che le persone in grado di rispondere a questa domanda con cognizione di causa si contino sulle dita di una mano.
Se si pensa a YouTube, Instagram, , Netflix, Snapchat, Amazon o WhatsApp, la percezione è che si parli di realtà da sempre presenti nelle nostre vite, completamente familiari…ma la verità è che parliamo di piattaforme totalmente radicate nelle nostre vite ma che 5 anni fa non conoscevamo neanche, e questo è il bello del digitale: ha velocizzato esponenzialmente i tempi dell’innovazione rendendo tutto molto meno prevedibile ma, allo stesso tempo, facilmente fruibile.
Per esempio, oggi si parla molto di “social personali”, piattaforme social create appositamente per i fan di un cantante, attore o influencer , come il caso Taylor Swift … ma già adesso è qualcosa di definito e, in un certo senso, passato, per cui è difficile fare pronostici…

« Qual è il vostro lavoro più innovativo e perché?  »
Se dovessi parlare a nome di tutta la Slim Dogs, sono sicuro che la risposta di tutti sarebbe “quello che dobbiamo ancora fare”. Ma dato che mi sembra esagerato dirti che la nostra filosofia è di non fermarsi a pensare cosa si è realizzato in passato ma di concentrarsi sempre sul futuro, posso dirti quali sono i lavori di cui vado più fiero.
Qualche tempo fa abbiamo realizzato questo spot;  per Father.io, un progetto di crowdfunding legato ad un videogame in Realtà Aumentata. Grazie ad un device, il tuo smartphone si trasforma in un fucile laser che ti permette di sfruttare l’ambiente circostante come campo di battaglia per sfidare altri utenti.
Il video, per quanto ben realizzato dal punto di vista tecnico, non è nulla di eclatante, ma la sua efficacia nel comunicare il messaggio e portare le persone a donare per sostenere il progetto è stata incredibile. Il crowdfunding ha raccolto più di 450.000 dollari ed il progetto ha riscosso un successo internazionale (qui il link per partecipare al crowdfunding ).

« E il lavoro di cui vai più fiero?  »
Sicuramente uno in ambito musicale e parlo del videoclip realizzato per il brano “Piccola Anima” di Ermal Meta in collaborazione con Elisa (clicca qui). In questo caso la forza del contenuto, oltre alla riuscita visiva, è stata la nostra capacità produttiva.
Siamo riusciti in tempi davvero stretti a costruire un impianto produttivo che ci ha permesso di realizzare un prodotto all’altezza di questi due grandi artisti.
Un altro lavoro di cui andiamo davvero molto fieri -e poi basta se no sembra che me la tiro- è questo video realizzato in collaborazione con Netflix.
Nel realizzarlo abbiamo cercato il più possibile di trasmettere la forza emotiva legata all’arrivo di Netflix in Italia e, oltre alla risposta degli utenti, l’elemento che ci ha più colpiti è stata la soddisfazione del cliente nel definirlo come “uno dei contenuti che meglio incarnava il messaggio che volevano trasmettere”.

« Qual è il vostro rapporto con i committenti e in che misura la loro idea influenza il vostro prodotto finale?  »
Banalmente, dipende dal cliente.
In generale ad oggi sono poche le realtà davvero in grado di adattarsi al linguaggio digitale.
Spesso quello che si fa è prendere un contenuto dal taglio televisivo, ridurlo a 15 secondi e credere di aver creato un contenuto adatto al web.
Gran parte del nostro lavoro in fase di creatività consiste nell’aiutare il cliente a cambiare il proprio mind-set.
L’era televisiva ci ha abituato ad una comunicazione commerciale concepita come interruzione fastidiosa ma necessaria.  Sul web, dove i contenuti puoi sceglierli e le pubblicità skipparle, la comunicazione commerciale stessa deve diventare intrattenimento. E sì, spesso può voler dire che il prodotto deve passare in secondo piano, spiegare ad un cliente che a volte è più efficace non mostrare il prodotto non è facile…decisamente poco facile, direi. Questo è un video che abbiamo prodotto per Foodora  in collaborazione con la pagina Aforismi Romani e, avendo avuto la possibilità di gestire l’intero workflow, abbiamo realizzato un contenuto che avesse al centro l’intrattenimento, in cui il brand entrasse di traverso, in modo leggero, ma efficace.

« Cosa vuol dire per te ‘innovazione’ e in cosa ritieni di essere innovativo nel tuo lavoro?  »
L’innovazione per me si basa sulla capacità di comprendere nel profondo un sistema.
Se paragoniamo un sistema ad un’equazione, ad esempio A+B+C=X, in cui tutti gli attori sfruttano una serie di variabili (A,B,C) per giungere alla stessa soluzione (X), l’innovatore è colui che sfruttando le stesse identiche variabili riesce ad ottenere nuove soluzioni, quindi A+B+C= Y.
Spesso “innovazione” ed “invenzione” sono considerati sinonimi, ma sono due concetti profondamente diversi. L’invenzione è introdurre, in un determinato contesto, qualcosa di nuovo, mai visto, come ad esempio il computer. Il computer era stato inventato, ma nella sua forma primordiale non avrebbe mai condotto alla rivoluzione del paradigma dominante.
L’innovazione è stata prendere l’invenzione del computer e renderla fruibile a tutti, guardare a qualcosa di già esistente e vederci un potenziale che tutti gli altri non coglievano. Per innovare non è sempre necessario inventare qualcosa di nuovo da zero.

Credo che nel mio lavoro l’innovazione risieda proprio nell’avere reso un’attività come Slim Dogs Production, non solo un business in quanto classica società di produzione, ma anche una fonte d’intrattenimento per una community d’utenti.
L’innovazione risiede nel fatto che, oltre agli attori tipici di tutti i settori – clienti, collaboratori, fornitori, dipendenti, etc.,- noi ne abbiamo introdotto uno nuovo, uno stakeholder il cui interesse è di tipo puramente emotivo, la community. Come una Società deve mantenere aggiornati i propri azionisti, noi dobbiamo tenere attivo il canale di comunicazione vero la nostra community, raccontando le varie fasi del nostro lavoro e, sempre più spesso, coinvolgendo gli utenti attivamente. Ad oggi sentiamo, infatti, degli obblighi innanzitutto nei loro confronti.

Digital per nascita, social per scelta. Quando non sono a teatro o in un museo, gioco a Taboo fino a notte fonda. "È la curiosità che mi fa svegliare alla mattina"

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