Mobility as a Service (MaaS): intervista a Chiara Ferroni

Nuove forme di mobilità in città

Vivevo fuori città, ed ero abituata a guidare un’auto bella, sportiva, dal motore ruggente. Poi mi sono dovuta trasferire in centro, e per sei mesi non ho più usato la mia auto. Mi sono resa conto che non era indispensabile. Mi sono sentita a mio agio a utilizzare i servizi che offre la città. Usandoli nel modo corretto, mi hanno permesso di realizzare facilmente i miei spostamenti quotidiani. Ho iniziato ad andare a piedi, in bicicletta, sui mezzi pubblici e a utilizzare i sistemi di infomobilità che mi permettevano di scegliere se usare un mezzo o un altro. Ad oggi l’esperienza è positiva. Sarebbe bello che tutti in città provassero un’esperienza di questo tipo.

Con questa esperienza di Chiara Ferroni, si apre la nostra intervista sulla mobilità come servizio (Mobility as a Service – MaaS). 

Laureata in ingegneria gestionale al Politecnico di Torino, e con un MBA all’Università della California di Los Angeles, Chiara ricopre oggi il ruolo di Cluster Manager e Senior Business Analyst per la Fondazione Torino Wireless, dove è responsabile del Polo di Innovazione ICT piemontese e di tutte le attività di europrogettazione. Con la Città di Torino è coinvolta su iniziative legate alla Smart City e alla Smart Mobility, grazie a un’ampia conoscenza del settore ICT sviluppata nel contatto quotidiano con PMI e grandi imprese high-tech focalizzate su Internet of Things, Intelligent Transport Systems, mobile technologies, Cloud Computing, e sull’innovazione tecnologica per Smart Cities & Communities. 

Buongiorno Chiara, per iniziare ci puoi spiegare cos’è il MaaS, Mobility as a Service?

La mobilità come servizio è il nuovo paradigma dei servizi di trasporto in ambito urbano. Immaginiamo di avere a disposizione con un solo abbonamento treni, bus, taxi, e tutti iveicoli in sharing, come auto, scooter, monopattini e bici. Potremmo utilizzare un’app per scegliere quale mezzo utilizzare nel momento in cui ci serve e pagarlo con un unico sistema in modo semplice. Questo consentirebbe di soddisfare meglio le esigenze di mobilità di ogni singolo utente a costi inferiori. In definitiva, un  nuovo modello di mobilità più sostenibile, che diminuirebbe l’importanza di avere un’auto di proprietà individuale, in favore di un servizio di qualità superiore, oltre a contribuire a decongestionare il traffico e a diminuire l’inquinamento atmosferico.

Quali sono i fattori fondamentali di questo nuovo paradigma?

Sicuramente la tecnologia è il fattore abilitante senza il quale non si può implementare un sistema MaaS. Il secondo asset strettamente necessario è la capacità di analizzare, raccogliere e comprendere i dati, per interpretarli ed estrarre le informazioni maggiormente utili. Infine è molto importante sviluppare delle applicazioni il più possibile interoperabili.

In questo nuovo modello quale ruolo dovrebbero assumere le amministrazioni locali?

È strettamente necessario identificare il ruolo che la pubblica amministrazione deve avere nell’implementare questo nuovo paradigma nella città. Ogni amministrazione può decidere come implementarlo, quali regole dare a se stessa, ai mobility provider e agli operatori MaaS. È necessario fare questa riflessione ancora prima di partire, perché la città non è soltanto il principale contesto territoriale in cui le persone si muovono, ma è anche l’ambito all’interno del quale è possibile attuare delle politiche rivolte alla mobilità sostenibile, grazie al MaaS. Quindi le regole per chi gioca e chi arbitra devono essere prese dalla pubblica amministrazione, attraverso l’authority che si occupa di trasporti a livello cittadino.

Le persone sono pronte a utilizzare la Mobility as a Service?

Per il cittadino si tratta di un cambiamento radicale. Dal possedere un mezzo: “mi muovo con la mia auto”, si passa a: “utilizzo tutti i mezzi a mia disposizione per spostarmi quando, come e quante volte desidero.” Non si può lasciare al cittadino la completa responsabilità di questo passaggio, è un aspetto culturale fondamentale, che va accompagnato. Si può attuare un avvicinamento graduale, per esempio con dei living lab come quello che abbiamo condotto a Torino già nel 2018 insieme al Comune e a General Motors, oppure attraverso incentivi come il cashback sulle spese effettuate per gli spostamenti.

Esistono già dei casi di adozione?

La prima città a offrire un’offerta Mobility as a Service completa è stata Helsinki nel 2016. Gli abitanti della città finlandese hanno a disposizione l’app Whim, dove gli utenti possono pianificare, prenotare e pagare i propri viaggi con i mezzi pubblici. Ma comprende anche viaggi in treno, taxi o bicicletta self-service. Con abbonamenti mensili ai propri utenti, consentendo loro un utilizzo illimitato del trasporto pubblico locale. Attualmente, il servizio MaaS per Helsinki conta 45.000 utenti con 5.100 canoni mensili paganti. L’app finlandese è disponibile a Helsinki, Vienna, Birmingham e Anversa, e punta ad espandersi in Nord America.

In Italia a che punto siamo?

Il Piemonte è la prima amministrazione in Italia a guidare un progetto MaaS a governance pubblica:  BIPforMaaS. Si tratta di un progetto strategico che sta creando le condizioni per la diffusione di servizi MaaS nell’area urbana e metropolitana di Torino e in tutto il territorio regionale, accompagnando la trasformazione digitale del sistema di mobilità e definendo l’insieme delle regole per il futuro mercato dei servizi MaaS, abilitato da una Piattaforma Regionale MaaS. In questo momento il progetto sta per lanciare la sua app e sta cercando sperimentatori interessati a provare da giugno a settembre 2022 i futuri servizi cittadini di mobilità on demand. Dall’app si potrà accedere direttamente ai monopattini, ai taxi, ai treni e anche al pagamento per la sosta sulle strisce blu. Verrà introdotto anche il meccanismo di incentivazione del cashback: gli utenti si vedranno riconosciuto un rimborso del 50% sulle spese effettuate il mese precedente, fino a un massimo di 15 euro, da spendere per gli spostamenti successivi.

Attualmente esistono forme di sostegno pubblico per lo sviluppo del MaaS?

Il MaaS rientra nell’investimento 1.4.6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nella cui attuazione sono impegnati il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD) e il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS). In questo ambito, a ottobre 2021 è stato pubblicato il bando Mobility as a Service for Italy. Su 13 comuni candidati, i primi in graduatoria sono risultati Milano, Napoli e Roma, che riceveranno un finanziamento complessivo pari a 40 milioni di euro per sperimentare la nuova mobilità urbana. L’obiettivo del bando è favorire lo sviluppo di servizi innovativi di mobilità per i cittadini e  la gestione intelligente dei trasporti sul territorio. Milano è stata scelta anche per la realizzazione di un living lab, un laboratorio urbano dove sperimentare, in condizioni reali, innovazioni e tecnologie emergenti nel settore della mobilità, in co-creazione con gli utenti. Il 2 maggio è stato pubblicato un nuovo bando MaaS per proposte di intervento a valere sul Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari al PNRR, per estendere la sperimentazione ad altri tre comuni capoluogo di città metropolitane. Possono partecipare al bando i comuni di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Palermo, Reggio Calabria, Torino e Venezia, presentando le loro proposte entro il 6 giugno 2022.

Come vedi la mobilità dei prossimi anni?

Mi piacerebbe che la mobilità diventasse “facile.” Nel senso che il cittadino dovrà davvero permettersi di scegliere con quali mezzi e in quali modalità muoversi nella propria città, in modo flessibile. Vorrei che fosse una mobilità green, a impatto zero e soprattutto condivisa.

Foto di copertina: canva.com

Estroverso, entusiasta, promotore di felicità. Marito di una forza della natura, padre di due terremoti. Coltivo il desiderio di migliorare sempre e alleno un atteggiamento positivo per creare valore a partire da qualunque situazione. Nella prossima vita allenerò anche il fisico.

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