Futuro e nuove professioni

Nel futuro (già presente sotto molti aspetti) dovremo fare i conti con nuove professioni sia nei termini che nei contenuti. Si tratta di professioni che richiedono nuovi modi di fare e di essere, in grado di accompagnare lo sviluppo di nuovi settori economici o di supportare il cambiamento di quelli esistenti. 

Pur avendo ciascuna professione la sua specificità in termini di contenuti e competenze, si tratta di lavori che saranno richiesti in maniera trasversale da ogni settore economico. Sia che si tratti di Mobilità Sostenibile che di sanità o industria, le aziende dovranno comunque fare i conti con nuove professioni che si portano dietro quelle conoscenze necessarie per gestire il cambiamento in corso.

Ma quali sono queste professioni e competenze che stanno rivoluzionando il nostro modo di intendere il lavoro?

Una introduzione personale

Chi, come me, oggi ha più di cinquant’anni ricorderà che, da bambini, quando ci chiedevano cosa volevamo fare da grandi, le risposte erano generalmente il pilota, il pompiere, la ballerina, la parrucchiera, il dottore, l’ingegnere. Insomma tutti mestieri il cui significato era piuttosto chiaro. 

Io personalmente, dopo essere stata al circo diverse volte, volevo fare l’acrobata sul trapezio. Mi innamorai perdutamente di quelle farfalle che volteggiavano nell’aria. Ho portato avanti la mia idea per diversi anni fino a quando ho fatto venire un attacco di orticaria ai miei genitori (che avevano ben chiaro il significato del mestiere di acrobata) e mi spedirono a studiare all’estero per vedere se rinsavivo. 
Onestamente non so se sono rinsavita ma non ho fatto l’acrobata nella mia vita, almeno non sul trapezio.

Ma oggi i ragazzi, a distanza di cinquant’anni, a quale lavoro aspirano e come noi delle generazioni precedenti ci approcciamo a questi nuovi lavori?

Nei giorni scorsi ho pranzato con una cara amica, madre di tre figlie. Naturalmente ci siamo reciprocamente aggiornate sulle nostre vite e su quella dei figli. Alla mia domanda su cosa facessero le sue figlie mi ha raccontato brevemente delle prime due ma sulla terza mi ha candidamente risposto: “Elena, non saprei proprio dirti cosa fa. Non sono neppure sicura del nome. Credo… Digital Marketing”. 
Questa sua espressione mi ha molto colpito, soprattutto nell’idea di scrivere questo articolo perché mi ha fatto riflettere quanta distanza intercorre tra le generazioni, al punto che abbiamo bisogno di qualcuno che ci descriva o traduca o ci spieghi di che mestiere si tratta. 

Lo confesso, quest’articolo è una bella sfida anche per me! Ma sono dell’opinione che le sfide vanno accolte e insieme a voi farò questo breve viaggio nelle nuove professioni.
Andiamo a vedere, allora, quali sono queste professioni emergenti, il loro significato e quali competenze sono richieste. 

Nomi e contenuti delle nuove professioni

Negli ultimi anni, anche al seguito dei cambiamenti repentini dettati dalla pandemia, diverse sono state le società che si sono interessate al monitoraggio e all’analisi dell’andamento del lavoro e delle professioni con un’ottica di proiezione verso il futuro. 
Nel report-e book “Il lavoro del futuro”, Alteredu mette in evidenza tre pilastri del fabbisogno occupazionale per i prossimi anni: la sanità come settore, il digitale come competenza trasversale, la formazione come specializzazione. 

Agli inizi del 2022 linkedin ha stilato una classifica delle professioni più ricercate.  

Al top della classifica del lavoro più ricercato sul mercato, al momento troviamo l’ingegnere, ma con specializzazioni ben particolari e in rami diversi. Si tratta di una figura assai differente dal semplice ingegnere del passato.
Il più richiesto ora è l’ingegnere robotico, soprattutto se specializzato in AGV (tradotto: Automated Guided Vehicle). 

Si tratta di ingegneri che sono altamente qualificati nella gestione della guida automatizzata di veicoli, soprattutto (per ora) nelle industrie per la movimentazione di prodotti all’interno degli stabilimenti. Inoltre si occupano di intelligenza artificiale, costruzione e gestione di robot collaborativi anche detti cobot, e di esoscheletri per la logistica. 
In questo articolo trovate un interessante approfondimento proprio sulla crescente richiesta di questa professione. 

Sempre all’interno dell’ingegneria, è molto richiesto l’ingegnere specializzato in Machine Learning, ossia un ramo dell’intelligenza artificiale che crea sistemi  in grado di apprendere e migliorare le performance. 

Segue il Cloud Architect, “uno specialista nella creazione e gestione della nuvola”. Ho riportato fedelmente la definizione presente in questo articolo, estremamente interessante per comprendere bene le competenze e gli eventuali percorsi di studio. 

C’è poi il Sustainability Manager o Consultant, che risponde alla nuova e sempre più sentita esigenza da parte delle aziende di inserire al loro interno il criterio di sostenibilità. Qui le parole chiave di questa professione sono: green, economia circolare, responsabilità sociale sia all’interno dell’ambiente di lavoro sia nello sviluppo del piano di business. Vi rinvio a questo articolo per maggiori approfondimenti e chiarimenti. 

Sempre rimanendo nell’ambito della sostenibilità, in questo momento storico particolare successo sta riscuotendo la figura del Mobility Manager. Si tratta di una figura professionale prevista per legge dal 1998, poi resa obbligatoria nel 2020 con il Decreto Rilancio per tutte le aziende con più di 100 dipendenti. L’obiettivo del Mobility Manager è di creare un piano spostamenti casa-lavoro che si integri efficacemente con le esigenze del lavoratore e le modalità di lavoro ibride smart working/presenza fisica. 

Un’altra figura professionale oggi fondamentale nelle aziende è il Data Manager, il professionista in grado di leggere i dati di un’azienda in modo che questa possa  comprendere se si sta muovendo nella giusta direzione o se deve potenziare la sua produzione, modificare i propri obiettivi, se ha un trend positivo o meno, e se ci sono schemi ricorrenti da modificare o migliorare.
Per approfondimenti e maggiori informazioni vi consiglio di leggere questo articolo.

Nella classifica dei lavori più ricercati e del prossimo futuro, troviamo anche il Talent Acquisition Manager (TAM), ossia colui che all’interno dell’azienda identifica le aree di lavoro che offrono opportunità di espansione o di nuove posizioni. Si occupa della ricerca e del posizionamento/riposizionamento del personale all’interno della stessa azienda. La figura del TAM non è da confondere con il recruiter. La sostanziale differenza tra i due risiede nel “tempo”: il TAM ricerca e individua talenti per uno scopo a lunga scadenza, mentre il recruiter cerca personale competente per posizioni lavorative che devono essere coperte in breve tempo. 
Per maggiori dettagli leggete questo articolo.  

L’ultima professione che vi riporto tra le più richieste ed emergenti è quella del SEO specialist, acronimo per Search Engine Optimization. Per spiegarlo in termini semplici, vi faccio un esempio: immaginate di avere un sito web e di volerlo ai primi posti nella ricerca su internet. Bene, allora avete bisogno di un SEO, ossia di colui che provvederà a far sì che, attraverso l’uso di parole chiave, il vostro sito appaia tra i primi nelle ricerche.
Anche in questo caso vi rimando a questo articolo  per approfondimenti.

Aggiungo solo una nota di curiosità a questa professione: in un mondo così altamente tecnologico e fatto di numeri, nella professione del SEO è richiesta una buona capacità di saper scrivere, con scorrevolezza e attenzione alla grammatica, insieme ad una buona dose di creatività, doti che non possiamo rimandare, non ancora almeno, all’intelligenza artificiale.

Insomma, della serie gli incubi del/della prof. di italiano tornano a far capolino con la precisione linguistica e grammaticale, in barba a Google Translator e affini!

Competenze richieste

Fin qui abbiamo visto quali sono le richieste del mercato, i nomi delle nuove professioni e sommariamente di cosa si tratta. 

Ma quali sono le competenze richieste? 
Intendo non solo quelle tecniche ma soprattutto quelle trasversali, le cosiddette soft skills.

Oggi più che mai i giovani, e anche i diversamente giovani, hanno bisogno di nuove attitudini per rimanere nel mondo del lavoro. 

Le aziende affiancano alla formazione tecnica quella alla persona, cercano cioè di sviluppare tutta una serie di caratteristiche come la capacità di saper affrontare l’incertezza e l’ignoto, il sapersi prendere responsabilità e saper correre dei rischi, il pensiero creativo, la capacità di saper usare bene il tempo, la focalizzazione, essere capaci di lavorare in team e quindi saper usare una buona comunicazione e, non per ultimo, la capacità di sapersi relazionare.

La cosa bella di queste attitudini è che, se leggendo queste righe vi viene il sospetto di non avere qualcuna di queste soft skills, niente panico, le potete allenare e imparare

A questo argomento ho già dedicato un altro articolo a cui vi rimando se siete interessati ad approfondire.

Insomma, per dirla con parole di Nassim Taleb, dobbiamo cercare di diventare sempre più antifragili e questo significa che: 

“l’antifragilità è qualcosa che va oltre la resilienza o la robustezza. Una cosa resiliente resiste agli shock e rimane se stessa, una cosa antifragile migliora quando è sottoposta ad uno shock.”

(N. Taleb, Antifragilità)

Ed è forse proprio questo ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno, sia come aziende che come individui per affrontare il futuro, oggi più che mai incerto: da una parte la capacità di saperci migliorare nel dubbio perché lì giace lo spazio della ricerca e della sperimentazione, dall’altra il saper affrontare gli urti della vita, le curve a gomito che ci mandano fuori pista, perché lì, invece, possiamo trovare nuove opportunità. 

Magari a questo argomento dedicheremo un altro articolo…

Foto di copertina: Canva.com

Cadere 100 volte, rialzarsi 101

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