Private car sharing (peer-to-peer)
- Alberto D'Apice
- Aprile 22, 2022
Negli ultimi anni sta prendendo piede una nuova modalità di car sharing che consiste nella condivisione della vettura tra privati cittadini. L’idea di base è molto semplice: chiunque possegga un’automobile può metterla a disposizione della comunità in un’ottica di collaborative consuption.
Strumenti e leve alla base del car sharing
Chiunque possiede un’automobile si rende conto che la maggior parte del tempo questa resta inutilizzata: per circa 23 ore su 24 l’auto rimane parcheggiata (95% del tempo).
La utilizziamo per recarci sul posto di lavoro e la riprendiamo alla fine della giornata; rimane ferma durante il resto del tempo. Con l’avvento della pandemia e di conseguenza dello smart working, il tempo di utilizzo dell’auto è diminuito ulteriormente lasciando l’auto parcheggiata per giorni interi.
Costo dell’auto: qualche numero
In media in Italia il costo per mantenere un’auto si aggira intorno agli 800 euro (carburante escluso) tenendo conto della polizza RCA, del costo del bollo e della revisione. Se a questi costi sommiamo il prezzo dell’acquisto dell’auto, in media 22.500, si arriva a circa 24.000 euro. Facendo dei calcoli approssimativi, al giorno l’auto ci costa 65 euro, carburante escluso.
Riprendendo l’ipotesi di utilizzo medio al giorno, 65 euro è il costo che paghiamo per utilizzare la vettura un’ora al giorno.
Impatto ambientale e infrastrutture
Per quanto riguarda l’impatto ambientale e di infrastrutture dei centri urbani, dobbiamo tenere conto che un parco di autovetture richiede uno spazio importante riservato ai parcheggi e alla loro manutenzione.
Se pensiamo che un’auto in car sharing sostituisce tra 4 e 8 veicoli privati (fonte European project MoMo Car-Sharing) il gioco è presto fatto: il car sharing tra privati arriva in aiuto alle problematiche sopra descritte e sembrerebbe coprire le problematiche economiche e ambientali.
Ostacoli al car sharing
Nel nostro Paese, uno dei principali ostacoli al car-sharing tra privati è legato alla normativa per il noleggio e i relativi problemi assicurativi. Forse però la barriera più grande in Italia resta quella di tipo socioculturale dove l’auto è percepita come un bene di proprietà e non come un servizio.
In linea generale la soluzione andrebbe allargata coinvolgendo anche i parchi vetture non solo di privati, ma di aziende, pubbliche amministrazioni, ecc.
Come funziona il car sharing peer-to-peer
La soluzione si basa su siti web e app mobile che si incaricano di mettere in contatto domanda e offerta, garantendo adeguate coperture assicurative nel periodo di utilizzo da parte dei terzi. Il proprietario dell’auto ottiene un guadagno in base al tempo trascorso e chilometri percorsi dall’utilizzatore del servizio.
Le piattaforme web inoltre consentono ai proprietari dei veicoli e agli utilizzatori del servizio di registrarsi e di essere valutati in modo tale da rendere pubblico il loro comportamento. Questo passaggio è importante in quanto un rating positivo trasmette fiducia agli utilizzatori. Inoltre, gli consente di avere un’anteprima circa lo stato del veicolo e di prendere visione delle condizioni imposte dal proprietario. Oltre a ciò, la piattaforma deve gestire la parte di copertura assicurativa così come la gestione dei pagamenti tra proprietari e utilizzatori.
Per poter gestire al meglio il servizio, l’ideale è prevedere l’installazione sulla vettura di un sistema di apertura keyless e di un sistema GPS di geolocalizzazione. Esistono comunque dei provider che sfruttano altre modalità di recupero chiavi, ad esempio concordando con il proprietario luogo e orario per la consegna/riconsegna delle chiavi oppure individuando dei punti di ritiro tipo Amazon, ecc…
Benefici
Oltre a portare dei benefici conseguenti la limitazione del parco auto in un centro urbano, esiste un guadagno per i cittadini privati che mettono a disposizione la loro auto a pagamento per l’utilizzo andando così a recuperare i costi sostenuti per il mantenimento della vettura durante il tempo in cui questa non viene utilizzata.
Dall’altra parte si osserva un risparmio da parte degli utilizzatori del servizio che pagherebbero esclusivamente per il periodo di effettivo utilizzo dell’auto.
Incentivi
A ciò si possono aggiungere degli incentivi, previ accordi, con enti organizzatori di eventi, società energetiche in modo da mettere in piedi un vero e proprio circolo virtuoso.
Alcuni esempi di partnership:
- Società organizzatrici di eventi: società che si occupano della vendita di biglietti (es. TicketOne) in modo da garantire uno sconto sul prezzo se l’utilizzatore lo acquista insieme alla prenotazione di un’auto per raggiungere il luogo dell’evento.
- Compagnie energetiche: si possono immaginare degli sconti sulle fatture domestiche delle compagnie energetiche come Enel, Iren, ecc… in base allo sharing di un veicolo elettrico, ad esempio calcolato in base al chilometraggio effettuato.
- Compagnie petrolifere: se si prenotano veicoli termici si possono prevedere dei buoni carburante, destinati all’utilizzatore, calcolati in base al chilometraggio effettuato.
Per concludere
In conclusione, è un sistema che premia sia i proprietari delle auto attraverso un guadagno economico che gli utilizzatori del servizio grazie ad un car sharing economicamente vantaggioso.
Oltre a ciò, possono essere inclusi i seguenti benefici per gli utilizzatori:
- Trasparenza: gli utilizzatori ricevono una fattura dettagliata e sanno esattamente quanto gli costa l’auto
- Risparmio economico: gli utilizzatori pagano solo quando usano l’auto
- Risparmio di tempo: gli utilizzatori non hanno preoccupazioni pratiche se non il car rental
- Impatto sociale: nel car sharing privato, gli utilizzatori fanno nuove conoscenze nel vicinato, un modo divertente per conoscere gente.
E per quanto riguarda l’ambiente gli utilizzatori approcciano all’uso dell’auto in maniera più coscienziosa guidando di meno, spesso optano per i mezzi pubblici oppure si muovono a piedi o in bici.
Il 15% della produzione totale di energia nella vita di una vettura è imputabile alla sua produzione, quindi produrre meno auto è positivo per l’ambiente.
290kg di CO2 all’anno evitati per ogni utilizzatore attivo di car-sharing.
Autore / Alberto D'Apice
Mancato premio Nobel per la fisica, dedica il suo tempo alla ricerca della bellezza in tutte le sue forme. Appassionato di storia, anni ‘80, dinosauri e videogiochi.