Ormai le generazioni sono diventate così tante che gli esperti ci dicono che siamo arrivati a ben 7 generazioni che vivono in contemporanea sul pianeta.
Onestamente comincia ad essere difficile ricordarsi i nomi di tutte le generazioni presenti…
Ma di loro, dei giovani della generazione Z, è ancora più difficile ricordare la quantità di nomi con cui sono identificati. Faccio una rapida ricerca e mi trovo con una lunga lista di nomi con cui questa generazione viene identificata: iGeneration, Post-Millennials, Centennials, Zoomers (come Zoomers mi identifico anch’io pur avendo superato abbondantemente la loro età!), Gender Fluid, infine Plurials!
Spesso questi ragazzi sono confusi con i Millenials, quasi non meritassero una loro propria identità come generazione.
Questo lo prendo quasi come un sintomo di quanto sia difficile poterli ‘inquadrare’ e rinchiudere dentro a confini che non possono essere applicati a questi giovani. Essi sono la generazione che viene subito dopo i Millenials e quindi ne rappresentano l’evoluzione.
Chi sono davvero i ragazzi della Z-generation?
Nati tra la metà degli anni ‘90 e il 2010, hanno oggi tra i 10 e i 25 anni. È considerata la generazione dei ‘nativi digitali’ puri. In Italia sono circa 8,8 milioni, di cui 1 milione è inserito nel mondo del lavoro. I loro genitori, per la maggior parte, appartengono alla generazione X, coloro che oggi hanno più di 55 anni.
I giovani della generazione Z hanno avuto a che fare con Internet fin dalla nascita e con tutte le sfumature della tecnologia, con Facebook, che comunque reputano vecchio e superato e a cui preferiscono Instagram, assai più veloce ed immediato o piuttosto con Tiktok o Snapchat. Questo fornisce loro una grande capacità di comunicare velocemente, soprattutto attraverso le immagini. Insomma, i social media sono il loro pane quotidiano e la tecnologia è il loro ossigeno.
i social media sono il loro pane quotidiano e la tecnologia è il loro ossigeno
Il contesto sociale ed economico nel quale sono nati e sono cresciuti ha dato loro nuove lenti con cui guardare il mondo moderno. Questi giovani hanno vissuto la caduta delle Torri Gemelle, la lotta all’ISIS, i matrimoni omosessuali. Per loro il divorzio e la separazione sono una costante dei rapporti familiari.
E insieme alle famiglie allargate, omo-genitoriali, omosessuali, pluri razziali questi giovani si sentono vaccinati contro i sentimenti oggi definiti di ‘diversity’, vale a dire che per loro la diversità È la normalità.
Generalmente non cercano un lavoro per la retribuzione ma piuttosto un impiego che permetta loro di sentire realizzati i propri sogni.
Diversamente dai loro genitori che sono cresciuti con l’idea del ‘posto sicuro’, loro preferiscono avere un’attività tutta loro nella quale poter esprimere il proprio personale e le proprie attitudini. E se il lavoro non li soddisfa oltre, sono capaci di cambiare mestiere senza remore o rimorsi.
Innovazione, amicizia, contenuti on-demand, green
Anche nello studio amano l’innovazione ad ogni livello. Internet è la loro biblioteca e i corsi on line per loro sono la norma, sia che si tratti di imparare una lingua o la chitarra o ad assemblare un computer.
Puntano molto sull’amicizia ancor più che sull’amore. E in questo sembrano più disincantati dei loro genitori pluri cinquantenni, spesso ancora alla ricerca dell’anima gemella.
Sono accusati di avere un livello di attenzione molto basso, caratteristica comprensibile vista la velocità con cui interagiscono con i mezzi tecnologici e il bombardamento di informazioni a cui si sottopongono.
I ragazzi della Z-Generation sono velocissimi nel valutare qualità e utilità. Filtrano le informazioni in modo veloce e sintetico: a loro non interessa la perfezione quanto la rapidità. È la generazione dell’acquisto on-line. E anche questo avviene con rapidità e sintesi. Una grossa sfida per il marketing del prossimo futuro…
Per loro la TV potrebbe non esistere, infatti la maggior parte di loro è abbonata a canali on-demand, come Netflix o Sky, soprattutto perché sono a portata di cellulare e neppure di computer perché troppo ingombrante e non entra in tasca.
Questi giovani sono cresciuti con la raccolta differenziata, la lotta allo smog e alla riduzione dei Poli e all’effetto serra e per tanto hanno sviluppato una maggiore attenzione all’ecologia e al sociale. Aspetto questo che può stupirci ma è una realtà, basti pensare a Greta Thumberg.
Una generazione difficile da definire
Per concludere, la Z-Generation è la prima generazione alla quale è stato difficile dare una definizione e un nome, come abbiamo visto. Ed è proprio questo ciò che mi ha affascinata nel leggere e studiare le informazioni sui giovani di questa generazione: il lorosfuggire ad ogni tipo di etichetta a cui siamo abituati.
Questo ci apre un nuovo capitolo completamente nuovo e da scoprire. Gli osservatori delle generazioni sono ancora allo studio sui giovani della Z-Generation. Forse sarà più semplice comprenderli tra qualche anno.
Per ora, limitiamoci a lasciar loro modo di esprimere il loro potenziale, in fondo frutto dell’eredità che noi ‘adulti’ abbiamo lasciato loro.