Sbagliando Si Impara: il Museo delle Innovazioni Fallite
Sbagliando si impara
Sbagliando si impara, recita il proverbio. Fallendo si innova, potremmo dire parafrasandolo.
E’ uno dei paradigmi che dovremmo ormai definire come classici nella cultura dell’innovazione (come se a parlare di innovazione si potesse realmente parlare di ‘classico’, ma tant’è, e magari questo tema sarà l’argomento di un futuro articolo). E anche uno dei pilastri su cui ci si basa usualmente se si vuole fare qualcosa di successo, o qualcosa che ci dà, più semplicemente soddisfazione: provare, provare, provare e qualcosa ne uscirà.
E così Samuel West (samuelwest.se), ricercatore sui temi dell’innovazione e psicologo dell’organizzazione, ha creato il Museo delle Innovazioni Fallite. E lo ha fatto per riaffermare questo concetto, per recuperare il valore del fallimento ed essere pienamente consapevoli che senza esplorazione non si scoprono nuovi mondi. Guidato dall’idea che il successo in fondo è ripetitivo, mentre l’insuccesso è sempre unico e spettacolare.
Si tratta di una rassegna di variegati epic fail che incuriosisce, fa riflettere e perché no, divertire. Di tutti i fallimenti vengono spiegate le motivazioni.
Si va dal profumo all’aroma di pelle, prodotto da Harley Davidson, alle penne bic per donne, dalle lasagne a marca Colgate ai google glass, dal dispositivo per fare lobotomie (!) alla Coke II (chi la conosce ?) o la Coke Blak (al caffè), o ancora da Twitter Peek (dispositivo costruito esclusivamente per tweettare) a Rejeuvenique, maschera di bellezza che permetteva di ringiovanire il viso grazie a scariche elettriche..
Storie di Innovazione
Interessante ed esemplare la storia di Newton della Apple. Si trattava di un tablet ante litteram, dalle dimensioni non proprio contenute. Una delle killer features era la possibilità di utilizzare una penna ottica che permetteva di scrivere sullo schermo del dispositivo come su un quaderno. Il tablet avrebbe riconosciuto il testo immesso, trasformandolo in file di caratteri.
C’era un problema, però. Il software di riconoscimento dei caratteri non era esattamente infallibile e la feature portava a risultati…divertenti. Le TV ed i comici americani di allora costruirono fortune sulle elaborazioni del Newton! La Apple migliorò di molto il software, ma ormai il prodotto era bruciato: non aveva più la fiducia del pubblico. Il fallimento fu clamoroso e la Apple ritirò ben presto il Newton.
Ma, a ben vedere, l’intuizione c’era e la Apple sfornò l’iPhone, con risultati ‘lievemente’ diversi, partendo sostanzialmente dalla stessa feature: la possibilità di digitare comandi direttamente sullo schermo usando le dita (Dio ci ha dato 10 stilo: non inventiamone un’altra, Steve Jobs).
Mentre il caso di Newton è stato un esempio di fallimento che ha poi portato al successo, ci sono mostrati anche fallimenti senza scampo.
Tra questi ricordiamo la Kodak Digital Camera. Kodak creò, tra le prime al mondo, una macchina digitale, ma non volle portare l’innovazione del digitale fino in fondo, puntando, come sempre aveva fatto, sulla stampa su carta (carta Kodak, ovviamente): i possessori della Digital Camera facevano foto digitali ma erano obbligati a stamparle. Kodak fallì poco tempo dopo, nonostante il grande successo del suo prodotto più innovativo (ma a metà).
Anche Blockbuster fece la stessa fine: aveva innovato puntando sul noleggio di VHS e DVD, ma non fu abbastanza coraggiosa da puntare sul mercato dello streaming.
Infine Nokia ebbe una idea apparentemente geniale: combinare le console di gioco con i telefoni cellulari. Il dispositivo N’Gage fu il risultato di questo connubio. Ottima intuizione, ma sostanzialmente inutilizzabile: l’utilizzo della console come telefono cellulare era perlomeno troppo macchinosa per essere comoda.
Il Museo
Il Museo delle Innovazioni fallite ha oggi due sedi. La prima (http://www.museumoffailure.se ), inaugurata nel giugno 2017 a Helsingborg, è aperta solo durante l’estate (riaprirà a giugno 2018) ed ha riscosso nella sua prima stagione un successo strepitoso e inatteso.
A quella originaria si è aggiunta una nuova sede a Holliwood (http://failuremuseum.com ), anche essa di grande successo e con un programma di iniziative di estremo interesse, tra cui workshop specifici per classi scolastiche, talks, seminari.
Infine, per non cadere nel banale, il museo è anche itinerante e viene proposto in tour mondiale.
Multimedia
Un video il cui Samuel West presenta alcune delle innovazioni fallimentari del Museo.
Presentazione del Museo