Start-up o Startup? I Trattini Sono Importanti

Troppo spesso, oggi, si fa una grossa confusione quando ci si riferisce alle Startup.

Ciò è dovuto al fatto che questo termine fa ormai parte del gergo di chi vuole avviare un’impresa ma, la maggior parte delle persone pensa alle Startup – sbagliando – come una versione più piccola delle grandi imprese.

Le Startup sono, in realtà, entità alla ricerca di un business model valido e, prima di trovarlo, ne cambieranno diversi prima di definire quello corretto da intraprendere. Le grandi compagnie, invece, eseguono attività e business model certi, già sperimentati e validati, facili da predire. In altre parole, esse mettono in pratica ciò che le Università insegnano agli studenti: contabilità, finanza, marketing, vendita, ecc.

Vi è però una sottile differenza tra il concetto che leggiamo nei nostri libri di Economia e il concetto americano di Startup. Per semplicità distinguiamo il primo caso dal secondo, con il termine Start-up – con trattino – dal secondo Startup – senza trattino.

Nel caso di Start-up, ci troviamo di fronte all’avvio di un’attività (innovativa o meno) o l’avvio di una Business Unit all’interno di un’attività già preesistente.
In Economia, dunque, lo “start-up” di un’attività si riferisce ad una situazione temporale, ossia all’avvio dell’attività, e non ad una particolare categoria di impresa.
Sarà così Start-up l’avvio di qualsiasi attività imprenditoriale: un bar, un ristorante, un’officina…quelle attività tradizionali che, negli USA, prendono il nome di lifestyle business.

Nel caso di “Startup”, invece, s’intendono quelle nuove imprese “all’americana” sottoposte a metodologie di gestione cosiddetta “Lean”, spesso ad accelerazione, e, soprattutto, ad investimento in più tornate da parte di soggetti, soci di capitale, che ne accompagnano così il processo di crescita. Con il termine “Startup” dunque ci troviamo di fronte ad un vero e proprio modo di fare impresa, e non ad una sola fase dell’Azienda, una filosofia quindi che, attraverso determinate connotazioni, permette al business di evolversi e crescere.

Proviamo però a fare chiarezza con l’aiuto di alcune definizioni promosse dai cosiddetti Guru dell’imprenditorialità mondiale.

Steve Blank (The startups owners manual, 2012), definisce la startup come ‘una organizzazione temporanea in cerca di un business model scalabile e replicabile’. Secondo Blank, il modello di business oggetto dell’impresa deve essere scalabile (quindi operare in un mercato molto ampio, con possibilità di crescita) e ripetibile nei suoi processi (di vendita, distribuzione, ecc).

Dave McCLure (CEO di 500 Startups) associa una startup ad una compagnia che è confusa circa il proprio prodotto, i propri clienti e come fare soldi. In altre parole, secondo McClure, le Startup sono create per identificare e metabolizzare un problema o un bisogno (il prodotto), capire per chi si sta risolvendo tale bisogno (il consumatore) e quanto i clienti sarebbero disposti a pagare per veder soddisfatti i propri bisogni ( il modello di business).

Eric Ries (The Lean Startup, 2011), invece, spiega che la startup è una istituzione umana costruita per portare al cliente finale un servizio o un prodotto in condizioni di estrema incertezza. Ries, esattamente come McClure, non parla di dimensioni dell’impresa, di settore, o di settore di appartenenza dell’attività imprenditoriale; tende piuttosto a concentrarsi sull’incertezza degli scenari in cui le Startup operano, sugli aspetti che non possono essere previsti e che, se non compresi e governati, rischiano di mettere a repentaglio l’attività, sino al suo fallimento.

Riassumendo, siamo d’accordo sul fatto che la Startup è un’organizzazione umana che, operando in situazioni di estrema incertezza, cerca di identificare un bisogno e i clienti associati a quel determinato bisogno. Una volta compreso quali clienti mettere nel mirino, la Startup si mobilita per trovare un business model scalabile e replicabile che permetta di espandersi sul mercato più ampio possibile.

L’accento di questa definizione va posto su due concetti:

·  Organizzazione umana: senza un team solido e competente, non si può puntare alla creazione di una startup in grado di dimenarsi nelle avversità che la aspettano.

·  Scalabile e replicabile: la soluzione identificata e il business model devono poter permettere alla startup di espandersi a livello globale attraverso la semplice replicazione di processi già consolidati.

In conclusione, Start-up e Startup possono coincidere, ma ciò non è scontato.

La pizzeria sotto casa avrà una fase di Start-up ma non sarà mai una Startup.

Facebook ha avuto una fase di Start-up ma nasce con i caratteri distintivi di una Startup.

Starbucks ha avuto una fase di Start-up, essendo sorta come un semplice bar, e solo molto tempo dopo, avendo trovato le caratteristiche di replicabilità e scalabilità, ha vissuto una fase di Startup che la ha portata ad essere la realtà che oggi conosciamo.

 

Digital per nascita, social per scelta. Quando non sono a teatro o in un museo, gioco a Taboo fino a notte fonda. "È la curiosità che mi fa svegliare alla mattina"

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